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CRONACA DI GIORNI SPECIALI
Casatenovo, 26 giugno 1964
Giornata di vigilia. E' tornato Giovannino da Roma e Giuseppe da Bevera. Si dispongono i regali arrivati e si prepara la casa per accogliere il “Novello levita”, come è scritto sui volantini che gli organizzatori della festa stanno attaccando sui muri e sulle strade. Uno di questi manifesti con la scritta “ W DON ANTONIO COLOMBO” è stato messo sul gradino d'entrata in casa. Gli elettricisti sono indaffarati per ben disporre la illuminazione che si prospetta molto bella.
Ore 1 e trenta, dopo aver preso un poco di “China C” si va a letto. Il campanile di Galgiana ci annuncia che già è il giorno 27 giugno.
Sabato, 27 giugno 1964
Il cantico che si innalza dai nostri cuori al risveglio é:
Cielo e terra
lodate e ringraziate il Signore
Uomini tutti
lodate e ringraziate il Signore
per noi che abbiamo ricevuto
una grande grazia e una grande gioia:
Don Antonio sarà sacerdote in eterno
proprio da oggi 27 giugno 1964
ore 3 di notte la mamma è già alzata a stirare
ore 3 e mezza mi decido ad alzarmi
ore 4 a turno tutti si alzano
ore 4 e mezza arriva da Dolzago la madrina Tilde con il camice
ore 5 arriva la prima macchina dei parenti
ore 5 e mezza si parte per Milano
Ore 6 siamo in Duomo alla ricerca di un posto.
Ore 7 inizia la cerimonia. Antonio è seduto nella prima fila in fondo a sinistra dell'altare.
La santa messa è celebrata dall'Arcivescovo Mons. Giovanni Colombo.
Finito il “Confiteor” vengono ordinati alcuni SUDDIACONI.
Prima dell'Epistola vengono ordinati alcuni DIACONI.
Letta l'Epistola da un Diacono novello, inizia la cerimonia di consacrazione dei nuovi sessantasei Sacerdoti.
Vengono chiamati all'altare ad uno ad uno per nome nella lingua latina. Il momento più solenne è alla Consacrazione
Il Campanello è suonato per il Santus e il popolo non si muove più ed attende silenzioso.
“HOC EST ENIM CORPUS MEUM” dice l'Arcivescovo e nell'attimo stesso anche i neo Sacerdoti. Sembra di sentire una sola voce, quella di Gesù. Tutti i presenti sono attoniti di fronte a questo divino mistero e adorano e pregano con più fervore.
Alla fine della Santa Messa i neo sacerdoti ritornano all'altare davanti all'Arcivescovo per promettere: UBBIDIENZA ALLA GERARCHIA ED AI SUPERIORI IN AUTORITA' E AL PAPA. “Prometto” rispondono forte in modo che anche il popolo possa sentire.
Ore undici fine della cerimonia. Quasi ci si meraviglia dell'ora.
All'uscita si incontrano i parenti e le zie Suore, tutte e due! Insieme si va in Arcivescovado per aspettare Don Antonio. Il traffico è diventato caotico, si prosegue a passo di gambero. Una buona mezz'ora per fare due minuti di strada.
Ecco Don Antonio!!!! Tutti in circolo aspettano il turno per baciargli le mani consacrate che ancora sono profumate dal crisma sacro.
Ore tredici e trenta ci troviamo per il pranzo in casa della zia Teresina che gentilmente ci ospita. Siamo solo noi famigliari e i due autisti perché i parenti ci aspetteranno a Villasanta ove si trovano anche i coscritti di Don Antonio che con un corteo di macchine ci accompagneranno al paese. Anche Don Piergiorgio, anche lui novello sacerdote, è da alcuni parenti a Milano per pranzare e riposarsi un poco in attesa delle probabili fatiche che verranno.
Ore quindici e trenta, ci ritroviamo a Villasanta ed il corteo inizia.
Sono circa dieci km. di strada per arrivare a Casatenovo e per tutta la durata della strada i suoni festosi delle macchine fanno affacciare alle finestre le persone che, incuriosite, sorridono e salutano. A questo suono di clacson però risponde il tempo che si fa minaccioso e con le prime gocce si alternano i lampi e i tuoni. A Campofiorenzo ci attende la popolazione, il Sindaco e le autorità di Casatenovo e il Sig. Prevosto. E' una sosta fugacissima perché ora piove a dirotto. Ad ogni cascina c'è un gruppo di gente che, incurante della pioggia e mal riparata dagli ombrelli, attende il passaggio dei novelli sacerdoti, che si fermano un attimo e benedicono attraverso il vetro della macchina.
All'oratorio maschile, i bambini dell'Azione Cattolica, con in mano una bandierina coi colori del papa, li salutano in un modo esultante. Alcuni sono sopra le panche, i più piccoli in piedi all'inginocchiatoio, dove si appoggiano i libri. La piccola chiesa, che ne contiene circa 300, è invasa da cinquecento persone.
Don Piergiorgio dà la benedizione eucaristica e Don Antonio ricorda a tutti, mentre ringrazia per la manifestazione di fede, che lui, proprio in quella chiesetta, una domenica pomeriggio ha sentito la voce di Dio che lo chiamava all'altare. “Sì, proprio qui davanti a questo meraviglioso crocefisso”. (E' una scultura in bronzo con lo sfondo in mosaico). All'uscita il popolo bacia le mani consacrate.
A casa incomincia l'invasione di parenti e persone di tutti ceti e categorie. I neo sacerdoti, don Piergiorgio e don Antonio, hanno al posto degli occhi, specchio dell'anima, due fari luminosi e sereni.
Ore una di notte del 28 giugno, ci si addormenta sereni.
Ore sette, di nuovo alzata perché alle 8 Don Antonio dirà la sua prima santa messa in chiesa parrocchiale. Ore 9. Don Antonio, su invito dei coscritti, visita ad una ad una la casa degli stessi e dà una delle sue prime benedizioni che, come dice lui, è fare in modo che Dio, in quel momento stesso, guardi in quella casa.
Ore 10 e 30. Prima santa messa solenne di Don Piergiorgio, Don Antonio gli è vicino come diacono. Per noi è un po' una giornata di riposo, perché tutto il paese festeggia don Piergiorgio. Domani sarà la festa di Don Antonio.
A tavola ci si ritrova uniti in sette. Ricordiamo prima di tutti la nostra cara sorella Suor Dalmazia,che non ha potuto venire essendo ormai in procinto di lasciare l’Europa per l’Africa, poi tutti i parenti vivi e defunti: i nonni Colombo e i nonni Chiarcosso, fratellini di papà e mamma, angioletti (cinque), la cara Vivì e tutti quelli che ci hanno voluto bene.
Alla fine del pranzo cantiamo la canzone d'obbligo che, rispettando l'abitudine di scrivere poesie per le varie occasioni di famiglia, sull'aria di “Monte Canino”, dice così:
A DON ANTONIO
SACERDOTE IN ETERNO
Non ti ricordi, quel mese d'agosto
nella chiesetta del tuo oratorio
quando tu fosti chiamato all'altare
e rispondesti
sì, sì, verrò!
Dopo anni 12 di lungo cammino
sostenuto dalla preghiera
sei arrivato
al Santo altare
e Ministro di Dio sarai per noi.
Se avremo fame: pane darai
Se avremo sete: il calice in mano
lo innalzerai sul Santo Altare
per propiziare grazie per noi.
Se stanchi: una mano darai
Se allegri: ci benedirai
così la gioia sarà più piena
ed insieme sorrideremo
E se allegri ci benedirai
ed insieme sorriderem.
Ore 3 del pomeriggio: vesperi e ora di adorazione sacerdotale.
Ore 20.30 benedizione eucaristica al villaggio da Don Antonio.
Da questo momento la nostra porta è sempre aperta a tutti, fino alle ore 24. Tutti vogliono vedere i regali e prendere i confetti. A turno, tra noi famigliari, facciamo da Cicerone.
Lunedì 29 giugno 1964
Oggi Don Antonio canterà la sua prima s. Messa solenne,
Ore 6 e trenta sveglia per tutti (la mamma già dalle 4 e mezza per stirare) Insieme prepariamo la casa per ricevere tutti i parenti. Sono arrivati e continuano ad arrivare fiori. Sono quasi tutti gladioli bianchi e rossi. I nostri vicini di casa sono già intenti a preparare la strada con fiori e nastri di carta. Sei magnifici gigli in carta sono disposti sul davanzale di casa nostra.
Ore 10 – I parenti sono già tutti arrivati (circa sessanta)
Arriva la banda
Arriva il signor Prevosto con un nuvolo di chierichetti ed altri sacerdoti.
C'è una sorpresa graditissima: mons. Ettore Pozzoni assisterà alla s. Messa.
Arriva il Rettore del Ginnasio del Seminario di Vengono Don Ugo.
Ore 10 e un quarto: Don Antonio in terrazza sta preparando la predica , che poi non farà.
Ore 10 e trenta si parte – In corteo ci si avvia per arrivare alla chiesa parrocchiale, attraversando la piazza, un percorso di circa 800 mt.
I padrini sono il sig. Carlo Usuelli e Sig. Vincenzo Vismara, ma i più vicini a Don Antonio in questo corteo sono i bambini che formano una siepe inespugnabile intorno a lui. Sono circa una ventina.
Il popolo si accalca lungo i marciapiedi per vedere e salutare Don Antonio che sorride benedicendo. Sembra di vedere Gesù che passa tra le vie i Gerusalemme. Anche la bella giornata con sole e cielo azzurro favorisce questa manifestazione di fede che tutti riempie di gioia pura.
Ore 11 – inizio della santa Messa solenne. Sull'altare oltre ai padrini ci siamo tutti noi famigliari e le due zie suore, suor Anna Paola, zia Assunta, zia Gina e zia Bambina di Ello e rispettivi mariti. Nelle prime panche ci sono gli altri parenti.
All'offertorio i coscritti presentano le offerte.
La predica viene fatta da Mons. Ettore Pozzoni. Ad assistere Don Antonio è il suo Rettore Don Ugo che, così riferisce Don Antonio, ha dovuto suggerirgli tutti “i passi” perché l'emozione non gli era buona compagnia. ( e don Piergiorgio ad iniziare il Sanctus)
Ore 13 pranzo all'oratorio femminile.
Ecco il menù: antipasto: prosciutto in gelatina e salame in gelatina
1° piatto: pastina
2° piatto: vitello in gelatina e altri due piatti di carne squisiti,
porzioni di pollo arrosto, frutta, torta, gelato, caffè, vino e acqua in
quantità.
Ore 16 Processione con il Santissimo, Don Piergiorgio dalla Chiesa Parrocchiale alla Cappella di Via Mameli della Vismara e Don Antonio dalla Cappella alla Chiesa. L'affluenza del popolo? I primi e gli ultimi quasi si confondevano, un percorso di circa 300 mt.
Ha predicato Don Antonio perché Don Piergiorgio non aveva più voce, avendo cantato i Vesperi solenni (Don Antonio è ..stonato..)
Ha ringraziato tutti e specialmente Don Luigi Colombo, anche a nome di Don Piergiorgio perché è stato lui che li ha seguiti col suo dono del consiglio per tutto il lungo cammino fino alla meta ed anche perché è da 21 anni che lavora silenziosamente per il bene della Parrocchia. Erano tutti commossi, Don Antonio predica con parole e discorsi semplici, come se stesse parlando con noi in famiglia così che tutti lo possano capire senza fatica. Avvince così tanto l'uditorio che non si sente una mosca volare.
Ora è sull'altare – nella predica aveva detto di preparare i nostri desideri che presto Dio li avrebbe guardati – e ci benedice.
A casa c'è Rosina che ci attende con bibite, caffè, the freddo e acqua di fonte. I parenti tutti arrivano con facce sfigurate dal caldo, dalla sete, dall'emozione, invadono tutti i posti a sedere e attendono con ansia il passaggio di Rosina. La mamma va subito a letto e dorme per tre ore di fila. Pian piano i parenti, dopo essere stati ristorati, partono per le loro case tutti contenti e allegri: “Un giorno di paradiso” affermano tutti. “Una domenica che non mi sembrava di poter vivere” risponde Don Antonio con un grazie a tutti.
Ore 24.30, santo rosario recitato sulla terrazza e poi tutti a letto.
Venerdì 3 luglio
Ore 7.30 santa messa a Bevera nel seminario di Giuseppe. I missionari della Consolata di Bevera sono impareggiabili per allestire le cerimonie. C'erano perfino quattro paggetti, vestiti di rosso, sull'altare. Don Antonio nella predica dice “Ed ora voi che state per partire per le vacanze, esprimete i vostri desideri, le aspirazioni e i vostri timori e offriteli a lui durante la Consacrazione. Lui vi aiuterà a e sosterrà fino alla meta che io ho raggiunto perché LUI E' FORTE”.
Con un permesso speciale Don Antonio nella stessa giornata di oggi, venerdì, potrà celebrare un'altra santa messa a Dolzago, nostro paese natale, alle 20.30.
Domenica 5 luglio
Nuova festa in grande stile riservato al Villaggio Vismara che tributa al novello sacerdote, il primo a raggiungere la meta dalle case ancora fresche di calce.
Ore 10.30, un corteo di trenta uomini attende davanti alla casa per accompagnarlo alla chiesina. Santa Messa cantata, per modo di dire, perché sì, c'era un bravo organista, ma non i cantori, improvvisati, Don Antonio in testa.
Finita la santa messa, Don Antonio passa tra le vie e si ferma ad ogni casa e ad ogni casa scatta una foto ricordo.
Ore 12.30, pranzo in famiglia. Giovannino era già partito per Cecchignola.
Ore 15, benedizione eucaristica, sempre alla chiesina.
Ore 16, il villaggio è deserto. All'oratorio maschile c'è una grande sfida al pallone tra la squadra formata dai compagni di leva di Don Piergiorgio (1938) contro quelli di Don Antonio (1940).
Il pubblico, sebbene minacci di piovere, è numeroso ed attento. Il gioco è fantastico, pieno di sorprese e di strani passaggi. Solo tre giocatori della squadra di Don Piergiorgio sanno giocare contro uno di quella di Don Antonio: lui stesso. Il pubblico ride divertito, ma il gioco è abbastanza regolare. Fine 3 a 0 a favore del 1940.
Gran festa dei vincitori. Una foto ricordo conclude l'avvincente partita.
Ore 19 cena in famiglia. Ore 20 arrivano i coscritti di Dolzago, che per la prima volta si ritrovano uniti dopo il lontano tempo delle scuole elementari e la loro gioia si legge negli occhi.
Partenza della prima staffetta degli atleti piccoli di Casatenovo, proprio davanti alla nostra casa e don Antonio ne dà il via.
Le ombre calano sul mondo e le casette sono tutto uno sfavillio di luci e colori.
Arrivo di tanti parenti.
Partenza della staffetta degli atleti grandi per 7 giri attorno al Villaggio. Anche a loro Don Antonio dà il via.
Arrivo di Don Giovanni, che pur essendo di età avanzata, è ancora arzillo e simpatico per le sue espressioni dialettali che fanno ridere e ... riflettere.
Partenza di una staffetta curiosa: partecipano tutti i giovanotti del villaggio in età... di correre per tre giri, compreso Don Antonio che ne dà il via. Alla piazzetta della chiesina, la banda aspetta il termine della competizione per cominciare a suonare. Vince Angelo Bonacina, che tocca il traguardo. Subito la banda attacca un motivo indiavolato, la gente aiuta a far coro e lo scoppio dei mortaretti aiuta a farsi sentire.
Alla fine del primo pezzo, applauditissimo, una bambina recita un'espressiva poesia che fa contenti tutti e Don Antonio ringrazia tutti. Un tremendo acquazzone rischia di mandare tutti a casa, ma poi si placa e la musica continua con brani scelti di musica classica (Giuseppe Verdi, eccetera).
Ore 11, tutto è finito. Pian piano la piazzetta si fa deserta. Le luminarie resteranno accese tutta la notte e così pure gli stendardi vengono lasciati esposti alla brezza notturna.
Ore 12 SILENZIO ASSOLUTO, IL SILENZIO PROPRIO DEL VILLAGGIO VISMARA. I GRILLI INNALZANO IL LORO TIPICO CANTO.
Ermanna
Casatenovo, giugno 1964
P.S.
Per Antonio: sono un po' più di una decina di foto con didascalia, ma così
sarà come sfogliare insieme l'album in sala, tutti insieme, come di solito
facciamo nelle grandi occasioni, ritagliando un momento per noi familiari.
Siamo in tanti, tra cielo e terra, ad esserti vicino. Auguri! Buon cammino,
fratellino, ciao ciao Rosy