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Scintille dal Perù, agosto 2008

FESTA PATRIA: 28 LUGLIO

 

Ogni popolo ha la sua storia, i suoi eroi le sue date storiche e le sue feste nazionali.

Il Perù, conquistato da Francesco Pizzarro nel 1530 con la distruzione dell’Impero Inca, governato per secoli da un Vicerè spagnolo, celebra ogni anno la sua Indipendenza dalla Spagna a partire dal 28 luglio 1821. Il “libertador” fu il generale Josè de San Martin, che aveva lanciato il suo primo grido di Indipendenza nel 1820, da un balcone della piazza della vicinissima cittadina di Huaura.

Vacanze per tutti e grandi celebrazioni nei giorni di fine luglio: i giorni delle “feste patrie”. Punti centrali immancabili: il discorso politico del Presidente Alan Garcia e le sfilate patriottiche – militari in Lima e in ogni cittadina.

         

Il Te Deum in Cattedrale

Alle ore 9 si trovano in prima fila tutte le autorità civili e militari con a capo il Presidente Regionale Chui per partecipare alla Santa Messa celebrata dal Vescovo con la lettura del Te Deum, la tradizionale preghiera della Chiesa, come ringraziamento a Dio. Cerimonia sobria e parole pacate del Vescovo per richiamare l’impegno di tutti per migliorare la nazione, sempre afflitta da grandi problemi di sviluppo e di equa distribuzione delle ricchezze contenute nel suo territorio. La bandiera è collocata a fianco dell’altare, mentre il picchetto di onore si è messo sull’attenti al momento dell’Elevazione.
La festa continua nell’adiacente Piazza delle Armi, centro della città e di tutte le manifestazioni, per la solenne cerimonia dell’Alzabandiera.  E’ sempre un momento significativo: tutti in piedi per gli squilli della tromba del’silenzio', tutti a cantare l’inno nazionale: “Siamo liberi…” e tutti con lo sguardo alla bandiera che sale lentamente verso un cielo grigio e sventola con le sue tre strisce verticali rosse – bianche – rosse, con al centro lo stemma ricamato del Perù.  Pochi minuti sono dedicati alla sfilata militare dell’Esercito e della Marina, perché oggi qui a Huacho è soprattutto feste delle scuole, di ogni genere e grado che da un mese stanno facendo prove e controprove per fare “bella figura” davanti alle autorità, parenti e amici.

La sfilata nella Avenida 28 luglio

La via simbolo della città prende proprio il nome dalla data dell’Indipendenza: “Avenida 28 de julio” lunga chilometri dall’autostrada Panamericana fino all’Oceano Pacifico. Trafficatissima in ogni momento del giorno e della notte, a senso unico in direzione mare, è il cuore pulsante degli affari, dei ristoranti e di tutti i possibili e immaginabili negozi, con i suoi due marciapiedi strapieni di venditori ambulanti e cambiavalute, con uno sfrecciare continuo di macchine, taxi e gli immancabili moto taxi da brivido. Mi piacerebbe una volta far contento un lustrascarpe, proprio per sedermi lì in mezzo a tutta questa vita e godermi i colori, i rumori e il chiacchierio della gente…

Sono le 11.30 quando tutte le autorità percorrono un tratto della Avenida fino al palco. Accanto al Vescovo, ci sono anch’io, notando subito che c’è anche una signorina con la fascia a tracollo e una corona d’argento in testa: è Miss Huacho 2008. La folla riempie felice tutti e due i marciapiedi.

Sul palco ci sono 30 poltroncine bianche, mi sistemano in seconda fila e da lì godo con calma tutto lo spettacolo, lasciando scorrere le lancette dell’orologio.

La Banda militare che ci ha accompagnato al palco, saluta e sparisce, altri complessi sono pronti a rallegrarci. La sfilata in cifre: 10 bande musicali scolastiche, quasi cento scuole comprese 4 Università. Questo il ritmo: due speaker si alternano nell’annunciare con toni da concerto rock che è in arrivo la “prestigiosa” Banda della scuola Corazon de Jesus, conosciuta in tutta la regione. Segue il picchetto di onore della stessa scuola con il portabandiera e cinque alunni a passo d’oca, con tanto di divisa colorata e di lusso. Scattano in piedi tutte le autorità, con quelle militari che mettono la mano alla fronte mentre gli altri, io compreso, sono seri e composti. Scattano gli applausi della gente, mentre sfilano diversi classi con i loro professori, tutti rigorosamente a passo di parata. Ogni 8 scolaresche la banda saluta e se ne va, mentre si incrociano le loro musiche con quelle della nuova scuola, sempre “prestigiosa”. I suonatori sono rigorosamente gli alunni di una scuola, qualche volta rafforzati da qualche papà o mamma. Gli strumenti sono quelli classici, arricchiti da altri di origine inca-andina. Nel repertorio ci sono melodie europee e vivaci ritmi criolli. Ogni banda ha la sua ragazza simbolo che danza instancabilmente per tutto il tempo del concerto. Lo speaker sottolinea sempre il nome del Preside e il numero degli alunni, con almeno 5 scuole attorno ai 1500! Per difetto professionale penso: “ Ma saranno davvero tutti battezzati, come dicono? Ma chi di noi, pochissimi sacerdoti, riesce a conoscerli? Perché non si vedono bambini nelle nostre chiese alla domenica e nemmeno al giorno delle Palme?”

Scorrono le scuole elementari che durano sei anni e poi le scuole secondarie per 5 anni, pronti a 17 anni ad entrare nelle Università. C’è una fascia sorprendente anche di scuole tecniche e professionali, con signorine e giovanotti che sfilano con allegria e serietà. Sorpresa più grande è nel vedere sfilare donne di casa, pensionati e nonnine dai capelli grigi, tutti orgogliosi di essere anche loro “studenti” delle scuole di alfabetizzazione di base. Elegantissimi i membri di una scuola di un liceo turistico, con divise azzurro e bianco con taglio di alta moda e tutte le ragazze con la stessa accurata pettinatura.

Sul palco c’è qualche borbottio perché le ore passano e i ritmi sono davvero lenti, ognuno ci tiene a “farsi vedere bene”. Più nervosi mi sembrano i marescialli che si attaccano ai telefoni per trasmettere ordini di accelerare i tempi e accorciare le distanze tra una scuola e l’altra, ma tutto procede come deve procedere: “Despacio”, cioè con calma, “con spazio”. Mi decido a guardare l’orologio perché sento fame, sono le 14.30, vorrei andarmene, ma sta arrivando il bello: la sfilate delle quattro Università, non posso perderle. Anche il Vescovo è stanco, tanto più che è sbucato il sole a bruciare il volto, ma resistiamo. La banda numero 10 è dell’Università Statale, vera e propria orchestra, si nota il salto di qualità, questa sì è davvero “prestigiosa” come lo speaker continua a ripetere. Sfila l’Università San Pedro con tutti i suoi 550 studenti, seguita da quella chiamata  Alas Peruanas, poi la succursale di Chimbote con il gran finale dell’Università  Faustino Sanchez Carrion, forte di 14.000 studenti. Meno male che non ci sono tutti a fare da degna coreografia al Preside stesso che marcia fiero circondato da tutto il Corpo Accademico. 

  

Qui sta il futuro umano e tecnologico del Perù, un paese che cresce secondo lo slogan scritto a caratteri giganteschi su tanti muri di cinta e anche sulle montagne desertiche: Perù avanza.

Sono le 15.30 quando lascio il palco, mentre c’è ancora qualcuno che sfila in modo sparso e veloce, come i titoli di coda di un film.

Il resto del programma vede il pranzo delle autorità, il concerto sulla spiaggia dell’Oceano, fuochi di artificio e … qualche bottiglia di birra.

   

 

Curiosità: I nomi delle scuole

La stragrande maggioranza guarda al cielo per ispirarsi nel suo cammino educativo, lasciando le briciole a figure culturali peruviane, senza dimenticare una scuola intestata all’italiana Maria Montessori. Solo a titolo di cronaca metto alcuni nomi. Sacro Cuore di Gesù, Cristo Re, Sacro Cuore di Maria, la Madonna Immacolata, l’Annunciazione, Maria Ausiliatrice, Madonna del Carmen, Maria Regina, San Giuseppe, San Giuseppe Lavoratore, Santa Rosa da Lima, San Martino de Porres, Sant’Ignazio, San Giovanni Bosco, San Giuseppe Ciampagnat, i Maristi, le Carmelitane, le Domenicane, San Pedro, San Pedrito, San Bartolomeo, San Giuda Taddeo, San Paolo, San Toribio, la Vergine di Guadalupe, La Croce Bianca, La Madonna di Fatima, la Madonna di Lourdes, Il Signore dei Miracoli, la Misericordiosa...

Ogni nome è ripetuto con sfumature diverse per coprire tutte le scuole, senza ripetersi.

Una sfilata piacevole davvero, tutto racchiuso in una cittadina che cresce di giorno in giorno, con le sue fatiche e le sue speranze, speranze proprio fondate su questa gioventù.

P.S. Sono in attesa dell’arrivo di mia sorella suor Dalmazia, che da giorni è in Ecuador per il Congresso Missionario Americano.

Don Antonio Colombo

Huacho 15 agosto 2008 – (qui non è ferragosto)

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don Antonio Colombo

Apartado 14   HUACHO – PERU’

www.sullarcadinoe.it

http://picasaweb.google.com/vic.rosy

 

PS: Suor Dalmazia, accompagnata dalla direttrice della rivista missionaria "Andare", è arrivata ad Huacho il 25 agosto. Le prime foto del loro incontro si trovano a questo link:

http://picasaweb.google.it/vic.rosy/AntonioEDalmaziaInPer