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Articolo tredici                                                                                                                                       S.NATALE 2008 

Scintille dal Perù nel Natale 2008 

 

Predica del giorno di Natale 

alle ore 20.00 nella Cattedrale di Huacho

 

 

Là nel presepe sono principalmente in tre: una mamma, un papà e un bambino, Maria, Giuseppe e il Bambino Gesù. Alle spalle ci stanno altri tre: Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Da loro scende il regalo, principio di tutti i regali, quel Bambino che sta nel presepe, qui chiamato anche “mistero”, mistero di amore.   

E’ il mio Bambino.  

Domanda: Il Bambino è ebreo, italiano, africano o peruviano?

In una parrocchia di Milano ho organizzato una volta la mostra di 100 presepi dal mondo. Tutti di materiale diverso, dalla stoffa all’avorio, dall’olivo di Gerusalemme al nero dell’ebano africano. Di tutte le dimensioni dai tre metri al guscio di una noce e naturalmente da tutte le parti del mondo. Tante scuole lo visitarono con grande interesse, invitate anche a votare per il presepe preferito. Risultato finale: vinse un presepe del Perù per i colori dei vestiti andini, per i volti serenissimi di Maria e Giuseppe, ma penso soprattutto per l’allegria che trasmetteva a partire dall’asino e il bue che  mostravano grossi denti bianchi spalancati in un sorriso. Per me il Perù era ancora un paese lontano, solo un punto del mappamondo.  

Ora sono qui perché il Bambino Gesù è peruviano. E’ il mio Niño e ciascuno di noi è parte di questo presepio-mistero vivo. Io sono uno dei pastori che corrono alla grotta, voi 40 bambini che cantate così bene siete gli angeli di quella – e questa notte.  Ciascuno di noi può essere uno dei magi che seguono la stella… che nessuno sia Erode e nemmeno uno dei sacerdoti freddi e indifferenti di Gerusalemme.

Proprio perché il Niño è peruviano lo si festeggia alla peruviana, con la posada e la cioccolatata, con la Messa del Gallo e la Notte buona in famiglia, con il Panetòn importato dagli emigranti milanesi.  

La “posada” con i bambini che percorrono gli ultimi chilometri di Maria e Giuseppe cercando una casa dove fermarsi. Sono passati per le strade della nostra città, mi sembra sempre accolti bene e trovando case aperte dove pregare un po’ e ricevere qualche dolcetto.

E chi non ha partecipato o contribuito a una “cioccolatata”, questo modo semplice e dolce di condividere con i poveri una bevanda calda e zuccherata, con giochi per bambini e regali utili? Chi non si è accorto che tanto tanto c’è da fare per le famiglie senza acqua potabile e luce della nostra periferia infinita?

Un pensiero può andare anche ai carcerati di Carquin, ai ragazzi lustrascarpe delle vie principali, ai bambini della Beneficienza, agli anziani della Casa di Riposo, a chi dorme sul piazzale della Cattedrale.

Tocca a me aprire gli occhi e fare anche piccoli gesti di amore, come tre bambini di un nostro ospedale.

Martedì, come cappellano degli ospedali, sono passato a fare gli auguri e a pregare di reparto in reparto, fermandomi sempre con infermieri, dottori e pazienti davanti a un presepe.

Stavo cantando con tre bambini ricoverati in pediatria, sostenuti dalle loro mamme, il canto “noche de paz ”, quando una dottoressa mi chiama: “Fratello Colombo, andiamo in quella stanza, dove c’è un bambino tutto solo. Bambini venite anche voi”. Il bambino sui dieci anni stava assopito, senza accorgersi del nostro arrivo. Attimi di incertezze, il tempo per organizzarsi e poi parte  un coro natalizio, quello del pastore andino Compadre Pedro che arriva alla grotta danzando…  (interrompendo la predica e chiamando in causa direttamente l’organista)   

"Tu Richard, metti giù le note… sì, sì proprio questa che dice: un passo qui e un passo là”. 

Quel canto dei tre bimbi, delle loro mamme, di una nonna e della dottoressa fecero un piccolo miracolo: il ragazzo aprì gli occhi, accennò un sorriso mentre una dolce lacrima rigava il volto della sua mamma. Per quel ragazzo era il momento della Nochebuena, quando l’Angelo avvolge di luce i pastori per il lieto annuncio che un Niño è nato per tutti noi.

Torniamo a guardare a quei tre che sono là nel presepe, ben sapendo che fra pochi minuti uno di loro - il Niño – nascerà davvero qui sul nostro altare.

E’ qui Betlemme, è qui in Huacho, è qui in questa Cattedrale sempre più bella per accogliere Lui che nasce in ogni nostro cuore, in ognuna delle nostre famiglie.

Gli auguri esprimono la nostra gioia,la gioia del mondo intero.

Una prova di questa gioia mondiale l’ho provata oggi ricevendo tre chiamate: dall’Italia, dalla Russia e da Sri Lanka. Mi è mancata quella dall’Africa… ci sono pochi telefonini… ma sono certo che hanno festeggiato come sempre con immensa allegria e tante danze.

Oggi è nato Gesù

Oggi è apparso il Salvatore

Oggi sono felici i pastori

Oggi cantano gli Angeli, con la voce di questi 40 bambini: Gloria a Dio e Pace in terra.  

Il mio Natale 2008  

 

                                                                                                                  Asterischi veloci 

Negli ospedali visitando tutti gli uffici, incontrando sempre un presepe al centro di essi, così in ogni reparto. Con una chitarra e tre cantori spargendo speranza.

Una Santa Messa sulla spiaggia dell’Oceano Pacifico, con Papà Noel, danze di bambini e naturalmente Gesù che nasce per tutti.

Una distribuzione del Kit bontà per 80 bambini della periferia sabbiosa, con due quaderni grandi, due biro, un righello, una colla e una cioccolata calda.

Contributo per la cioccolatata nel carcere maschile e femminile. 

In risposta a una lettera a Babbo Natale, un lettore DVD per un doposcuola.

Pranzo solenne di Natale con 120 uomini e donne della mensa popolare della parrocchia, vedendo il volto stanco e affamato di due piccoli lustrascarpe di 8/10 anni.

Acquisto di quattro pacchetti di caramelle da una mamma scesa dalla montana con il suo piccolo Gesù Bambino in spalla.

Messa del Gallo equivalente alla Messa di Mezzanotte. Cattedrale superaffollata, omelia del Vescovo, clima sempre irripetibile di ogni Natale nel mondo.

Cena della Notte Buona con 25 seminaristi che hanno fatto scoppiare i fuochi di artificio a mezzanotte salutando la nascita del Niño.

Quasi deserte le Messe della mattina di Natale.

Visita a 12 bambine di una casa protetta, con volti tristi, pronti però ad animarsi sia per i regali che con i canti natalizi. 

Pranzo di Natale in casa del Vescovo con il tacchino come piatto tradizionale, prima del brindisi con il Panettone Motta!

Chiamato in una famiglia per un Natale sofferto.

Messa della sera alle 20.00 mettendo tutti nel calice che mi ha accompagnato ovunque nei miei 44 Natali sacerdotali.

Natale con i discendenti italiani, sabato 27 dicembre: circa 300 con bambini di due anni e supernonni di 90 anni. Offertorio con tre panettoni diversi, tutti di marca italiana, made en Perù.

Breve  predica con dieci parole nelle due lingue: Gesù – Jesùs, Natale – Navidad, Bambino - Niño, Gloria - gloria, Pace - paz, Amore - amor, Famiglia - familia, Festa - fiesta, Patria - patria, Panettone - panetòn.

Canto dell’inno di Mameli “Fratelli d’Italia” con pronuncia spagnola al via della festa della famiglia italiana. L’augurio e impegno per l’anno nuovo è di formare una scuola di lingua italiana.

“Tu scendi dalle stelle”con la voce di Massimo e di suor Ada e Virginia, genovese alla terza generazione.

Per l’anno nuovo si brucia un fantoccio con dentro uno scritto di tutte le vicende del 2008 da dimenticare.

                                

                                                    Buon Anno 2009

     

Don Antonio  Colombo

Huacho 30 dicembre 2008

 

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