Home

torna alla pagina di   don Antonio

 

FIORE DEL DESERTO n. 4

 

Le rondini volano alle elezioni

 

 

 Lieto fine

Non riuscivo proprio a capire il problema di una mamma tutta incerta se fare o non fare battezzare la sua “nuova” bambina. “Non so che cognome darle!” Nella mia mente passa l’idea che sia una ragazza madre e che il papà vero non voglia riconoscere questa “nuova” bambina. Con delicatezza pongo qualche domanda in più fino a quando si apre un orizzonte luminoso. “Ma lei, padre, già conosce la nuova bambina, tante volte l’ha vista all’ospedale dove era stata abbandonata...”. “Ah, sì, Rosita la piccola che tutti hanno coccolato per mesi al Regionale, ma lei chi è?” “La nuova mamma che non sa che cognome dare al battesimo perché non sono state ancora ultimate le pratiche dell’adozione definitiva!” Mi ha preso una grande emozione. Ho rivisto in lei quella donna riservata e premurosa che spesso passava ore e ore accanto alla piccola. “Signora, io ho le foto della sua Rosita, le vuole vedere?” In un attimo accendo il computer nel mio piccolissimo ufficio parrocchiale, subito cercando l’onda 22 del sito www.sullarcadinoe.it. La mamma non  crede ai suoi occhi vedendo il momento in cui ho collocato la bambina, dolce e tranquilla, nel presepe del Natale 2013. Scarico le foto e le stampo insieme all’articolo annesso, senza  rendermi conto che  è scritto in italiano, quasi incomprensibile per la signora.  Proprio in quel momento entra Omar, uno dei miei professori, che con  sveltezza e precisione traduce tutto alla mamma che passa di gioia in gioia. Tutto vero, parliamo della stessa bimba che fra poco compirà un anno e sarà battezzata. Con quale cognome? Ora non è più un problema, Rosita è in buone mani sia per il cielo che per la terra.

Un punto in più se lo merita anche l’arca di Noè, fonte inesauribile di notizie.

 

Confessione al tramonto sull’Oceano

Penso di non tradire il segreto sacramentale della Confessione parlando di una delle esperienze pastorali che si stampano nella memoria in modo indelebile. Spesso la domenica pomeriggio faccio una passeggiata sul lungomare, con la corona del rosario in mano e guardando la baia sempre bella del porto di Huacho. I pescherecci sono  tutti lí, è tempo di pausa per la pesca, siamo a fine inverno, con cielo coperto di nubi anche se non preannunciano pioggia (qui quasi sconosciuta in tutte le stagioni) Il sole è già verso il tramonto ed io mi fermo di tanto in tanto per guardarlo, godendomi i riflessi dei raggi sull’immenso oceano, sostanzialmente calmo. Qualche saluto qua e là, senza intrecciare dialoghi. Supero un giovane senza dargli particolare attenzione. Dopo una ventina di passi mi accorgo che qualcuno mi segue, mi raggiunge e mi dice: “Lei è un padre, vero! Può confessarmi?”. Il paragone è forse esagerato, ma mi sento come  Sant’ Agostino che parla dei piani di Dio nella sua vita con sua mamma Monica con lo sguardo puntato sul mare di Ostia. Un dolcissimo tramonto ci avvolge mentre il giovane apre il suo cuore lasciando che il balsamo dell’amore di Dio sani le sue ferite nel momento misterioso e grande dell’assoluzione. Sembra che il sole si sia fermato un momento sull’orizzonte prima di tuffarsi nel mare.

 

Azzurro spento

Rio de Janeiro non è lontano dal Perù mentre lontanissima è l’Italia calcistica con pochi sprazzi di azzurro e tanta fama solo per un morso. Il grido di dolore di Chiellini non è sufficiente per dare calore ed entusiasmo a chi guarda al calcio vero, quello che si conclude con un pallone che entra nella porta avversaria. Quanti peruviani erano pronti a tifare Italia in una eventualissima finale contro il Brasile, ma tutto si è spento e la bandiera devo nasconderla un’altra volta, come per  Sud Africa 2010.

Il sogno di vedere una inedita finale con Italia - Perù slitta al 2028, come minimo. Ci sarò ancora? Intanto cerco di fare crescere qualche campioncino sul mio  Stadio 70, con l’erba che cresce in barba al deserto che la circonda.

 

Bibbia, gioia e dolori

Non c’è davvero libro piu diffuso e più letto che la Bibbia, ne ho 7 in casa in 7 lingue diverse compreso l’africano e il portoghese. Ho ripreso il corso biblico con una ventina di fedelissimi del lunedì sera, ora concentrati sui profeti Elia e Eliseo.

Ma la Bibbia è anche un’arma che spesso ci è puntata contro dagli amici protestanti che incontro nel giro tra gli ammalati degli ospedali. Ho imparato a distinguerli per il modo con cui ti guardano, per la Bibbia accanto al letto con le pagine evidenziate con il color giallo. La pagina che tanti conoscono a memoria e aprono volentieri è quella dei 10 comandamenti, sul tema degli idoli, identificati per loro dalle statue di gesso che i cattolici adorano! E qualche volta scoppia la battaglia. Così un giorno stavo già uscendo da una stanza con 8 pazienti, salutando 7 con una immaginetta, un sorriso e qualche parola di conforto. Avevo evitato la ottava già sapendo che era protestante, una donna oltre i 50, convinta e decisa con la sua Bibbia. Mi lancia una frecciata a voce alta: “Perchè continua a ingannare con i suoi idoli? Cosa dice la Bibbia? Venga a leggerla?” “Nessun problema!”. Il solito passo, evidenziato in giallo. “Signora, posso leggere il Vangelo di Luca?” Mi dà la Bibbia, cerco l’Annunciazione notando subito che qui non c’è nessuna frase evidenziata in giallo (non sarà importante…) “Qui si parla dell’angelo Gabriele, qui si parla di una giovane donna di nome Maria e qui si parla del suo figlio Gesù, lo stesso che vede in questa immaginetta che ho distribuito. Anche questa è pura Bibbia! Non sto imbrogliando nessuno, signora!” La mia pressione era alta, tanto che ho dovuto fermarmi e un’ammalata mi ha offerto un bicchiere d’acqua. In segno di pace ho accettato una sua immaginetta con l’invito a frequentare la sua chiesa!

Mi ha superconsolato un vecchietto che il giorno dopo mi ha fermato per strada, scendendo da una bicicletta antidiluviana. “Padre non trovo questo libro nella Bibbia. Qui nel foglio domenicale c’è scritto Qo 3,1, cosa significa? Io vengo sempre a Messa delle sette alla domenica e, seguendo il vostro foglietto, leggo la Bibbia tutti i giorni, ma non trovo il passo della liturgia  di oggi”. Mette la bicicletta al sicuro dentro la segreteria, mentre io prendo una Bibbia. “Hai ragione, è difficile trovarlo, perchè è un libro che ha due nomi, Ecclesiastes e Qoeleth, ma è lo stesso, leggi qui!” Gli si sono illuminati gli occhi, felicissimo di poter leggere: “In questo mondo ogni cosa ha il suo momento, un momento per nascere e un momento per morire”. Da  simpatico vecchietto è saltato sulla sua bicicletta e se ne è andato via felice.

 

Tempo di elezioni amministrative

La democrazia è una grande e stupenda realtà che vale la pena vivere, soprattutto per chi ha, in un modo o in un altro, assaggiato i colori delle dittature quando il era e il no diventava un altro , miracolosamente.

Ho detto queste parole alla radio in un’intervista volante proprio sui gradini della Cattedrale, la mattina del 5 ottobre a due ore dall’apertura delle urne. Alla Messa delle ore 7 stavano partecipando cinque dei candidati ai posti più alti. Due di loro sono poi risultati vincitori, ma sono certo che la benedizione di Dio ha fatto bene a tutti, compreso quel candidato che era appena uscito dall’ospedale dove si era curato le botte ricevute dal gruppo avversario, mentre si strappavano i suoi manifesti elettorali!

Non ho potuto votare per un disguido tecnico, sarà per la prossima volta. Per chi avrei votato? C’era solo l’imbarazzo di una scelta anche perchè ben 7 candidati erano stati alunni del corso di italiano.

Campagna vivace con tutti i pali della luce pieni di manifesti, con mille e mille pareti colorate in bianco, giallo, verde secondo il gusto delle varie aggregazioni. I partiti ruotano attorno a una personalità, possibilmente con tanti e tanti soldi da investire per la pubblicità, per i regali, i  meeting musicali focloristici e il viaggiare fino  all’ultima casa nascosta nel punto piu alto della montagna, a 5000 metri, o nel deserto arido dove da poco erano spuntate tre capanne di gente coraggiosa che sognava un futuro, partendo da zero.

Certo le liste erano sorprendentemente tante, 15 per la regione, 15 per la provincia e 15 per i distretti. Ogni lista implicava almeno 15 nomi per i vari posti.

Hanno trovato lavoro per tre mesi tipografi, disegnatori, giornali, radio, televisioni locali, fornitori di altoparlanti, imbianchini delle pareti e negozianti di mille oggettini  che dovevano servire ad attirare l’attenzione. Dimenticavo anche le magliette dei vari candidati e tutti i pullman, taxi, pulmini che venivano affittati per le varie carovane propagandistiche con le bandiere al vento. Importanti anche i figuranti, soprattutto studenti, che ricevevano una buona mangia per gridare gli slogan.

Tempo di promesse, una più bella o strana dell’altra. Tempo anche di insulti e colpi bassi, fino a scontri  diretti non tutti indolori.

Ecco alcuni titoli del pre-voto.

Per un governo onesto vota l’alberello. La gente va con Palomino. Poca gente va con Cano. Zapata vince con le sue proposte: un megaporto e un treno regionale. Adesso riprende forza il sogno dell’alcalde di essere rieletto. Keiko Fujimori in Huacho per la chiusura della campagna per appoggiare Marino il candidato del suo partito. Uniti per Huacho come in famiglia. Per lo sviluppo integrale di tutta la regione con onestà, trasparenza e partecipazione dei cittadini. Palomino e Chui al ballottaggio. Un presidente per tutti: Chui. Nello sprint finale Palomino brucia tutti. Nelson Chui cola a picco. Luis Estrella può essere il vincitore. Straripa la marea color giallo della Famiglia.  A due  settimana dal voto le inchieste dicono cosí: pareggio tècnico in regione tra Famiglia e alberello, mentre in Huacho Remy investe tutti nella retta finale. Un attacco feroce nella notte, scontro tra due partiti in lizza con pugni e bastoni, feriti in ospedale. Scegli le quattro mamme che veglieranno sui vostri interessi e per la crescita di tutti i paesi.

Anche un bambino sogna con grinta: “Da grande farò il sindaco come te, papà!”

 

E alla fine scatta la cosidetta LEGGE SECCA, la proibizione di vendere alcoolici per un totale di 48 ore per proteggere il regolare svolgimento delle elezioni. I negozi o supermercati devono far sparire dagli scaffali l’alcool o coprirlo di cellofan con sigillo.

 

 

 

Cinque ottobre: le rondini volano

Ultimo titolo del giornale: “Nel bene o nel male è il popolo che sceglie i suoi candidati. Solo uno di loro sarà sindaco o presidente”. La Chiesa si chiude per 8 ore il tempo delle urne aperte. Chi non vota incappa in una forte multa che è costretto a pagare appena chiede un documento  in municipio o al ministero. Anche chi passa per l’aeroporto e si trova sulla lista nera, deve pagare se no resta a terra.

Ma a terra non restano le rondini.

Ho avuto bisogno di qualche spiegazione in più per rendermi conto di questa novità. Brogli elettorali si sono sempre verificati ovunque, anche l’Italia non è mai stata esente. Variano però le modalità nel comprare i voti sicuri per il candidato giusto!

In Perù si chiamano voti “golondrini”, voto delle rondini, cioè degli elettori che volano da un luogo all’altro. Ma come possano farlo con le urne aperte solo poche ore e con le distanze anche notevoli tra un paese e l’altro? Il volo delle rondini si programma almeno cinque mesi prima con tanto di carte di identità valide per il punto di arrivo dove un candidato è pronto ad accoglierti a braccia aperte, anche senza farsi vedere. Dicono che in un paese vicino, abbastanza piccolo, sono arrivate 1200 rondini con pullman, camion, in macchina, ogni mezzo buono, anche a piedi. Spaesati non sapevano a che seggio  andare, ma ci poi sono  riusciti, hanno avuto i loro soldi, un bel pranzo e un felice viaggio di ritorno. La polizia, gli scrutatori, i presidenti di seggio… non hanno visto niente?

Non c’erano stati morti nel tempo della  campagna elettorale, ma almeno cinque sono segnalati in tutto il Perù con almeno 140 rivolte popolari e vandalismi per colpe di questi voti golondrini!

A Huacho, dal paese vicino delle 1200 rondini sono arrivati 500 oppositori a denunciare la truffa, con cartelli, slogan e tanti e tanti insulti contro tutto e contro tutti. Come finirà? Il primo giudice sembra abbia già assolto tutti, ora si sta facendo ricorso!

 

Chi ha vinto?

Più di otto  giorni di conteggi e  riconteggi per definire i contendenti della battaglia ancora aperta per il presidente della Regione dove si andrà al ballottaggio il 7 dicembre con Nelson Chui con 92.220 voti a sfidare  Andrès Tello che con 65.532 l’ha  spuntata sul terzo incomodo Marino Llanos. Sarà un bel match, anche perchè ognuno rappresenta una zona distinta dell’immensa regione, divisa tra nord, sud, est, senza l’ovest occupato dall’oceano!

Vittoria netta per il sindaco di Huacho, Umberto Barba Mitrani, con 25.024 voti staccando di ben 6.000 il candidato Carlos Remy. Niente da fare per il sindaco uscente Santiago Cano fermo a 12.167 voti.

Il giornale ASI comenta: “ La goleada di Beto Barba. In termini futbolistici  si può dire che ha vinto con molta facilità la partita elettorale e che la gente lo ha applaudito. Il “colorato” Barba Mitrani ha sudato per tutta la campagna vincendola soprattutto con il suo sorriso e il suo carisma che ha saputo conquistarsi l’affetto della gente. Al momento del conteggio finale “Beto” pianse e sorrise di allegria, dedicando il suo trionfo ai suoi genitori che già sono con Dio. Congratulazioni!”.

Unisco le mie congratulazioni anche perché è un discendente di immigrati della  Famiglia Italiana come traspare dal suo volto sul bianco ereditato dalla mamma.

 

Riconfermo il mio parere sul valore delle elezioni democratiche  anche se qualche miglioria si potrebbe fare: le rondini volerebbero nel cielo, ora  primaverile,  non dentro le urne dei voti.

 

 

 

 

 

 

Un anniversario con i fiocchi

Sempre il numero 5, con lo zero per il mio sacerdozio e senza zero per la scuola di italiano a Huacho, sotto lo sguardo dolce di San Francesco di Assisi.

È già storia, in Huacho si studia italiano dal 17 marzo  2009 con circa 500 studenti che almeno per un trimestre hanno masticato la lingua di Dante Alighieri. Fatiche non mancano, soprattutto perché meno del 40 % resistono fino alla fine dell’anno e non sempre il rendimento è alto come ogni professore vorrebbe, me compreso.

Il programma di festa si è svolto sull’arco di 16 giorni secondo una buona usanza locale partendo dalla  Cattedrale con la Messa del 3 ottobre, la sezione solenne nel salone Paolo Vi, la sfilata in azzurro sulla Piazza principale con don Antonio ad innalzare la Bandiera del Perù, cene al Ristorante Italia con menù classico compreso un amaretto di Saronno, e per concludere la pizzata per i golosissimi piccoli alunni,  domenica 19 ottobre, all’aria aperta del sempre più bello Stadio 70.

Quasi sempre presenti un centinaio tra studenti attuali e quelli già diplomati. Un clima bello, bello.

 

Per indicare la serietà e varietà del programma stralcio quello completo della SEZIONE SOLENNE      di martedí 7 ottobre, ore 17,  nel Salone Paolo VI, il Papa ora Beato.

 

1.      Preghiera

2.      Inno Nazionale del Perù

3.      Inno dell’ Italia

4.      Inno dell’Istituto: “Laudato sii, o mi Signore”

5.      Parole di Benvenuto per la Commissione – sig.ra Emma Vasquez

6.      Proiezione di power point: Storia di un cammino

7.      Parole del Direttore, don Antonio Colombo, brindisi per i 5 anni di vita

8.      A Huacho si parla italiano – power point del Prof. Italo Bonino.

9.      Canti dei bambini: Casetta in Canada - Concertino in cucina

10.  Canto: Nayely Alvarado: Non ho l’età

11.  Canto: Rossana Bonicelli: La picaronera

12.  Fonomímico: A esa – La Piccola

13.  Canto: Regina Pillco: Forza Gesù

14.  Canto: Enrique La Rosa: Rose rosse per te – O sole mio

15.  Canto: Rossana Roncagliolo: Che sarà della mia vita...

16.  Canto Grupo 3°: Il Re di denari

17.  Canto: Rossana e Pedro: Un canto in inglese

18.  Canto finale con tutti – torta del quinto anniversario

 

Qui non bastano le parole scritte, perché a parlare devono essere le centinaia di foto che gli alunni si sono scambiate tra di loro o che hanno messo su facebook dell’istituto.

https://www.facebook.com/sanfrancesco.diassisi.9?fref=ts

 

 

 

 

 

 

 

 

 

San Francesco con il lupo di Huacho

Non posso dimenticare il sabato pomeriggio del 4 ottobre con l’atrio della cattedrale pieno di tanti animali amici dell’uomo. San Francesco sorrideva a tutti, più ordinati degli altri anni, rinnovando attraverso le mie parole le pagine dei Fioretti: i lupi si ammansiscono, i bambini si divertono felici  e ognuno torna a casa contento  perché le gocce d’acqua santa fanno bene a tutti, dai canarini ai tremendi bulldozer, per fortuna tenuti sotto controllo anche quando si mettevano vicinissimo a me per le foto ricordo.

 

Un elogio extra devo darlo a due cani randagi che frequentano la cattedrale stessa e da buoni fedeli  accompagnano le cinque processioni del Signore dei miracoli. Si sono piazzati ai piedi della portantina per tutta una notte, vegliandolo nel piazzale della università statale Faustino. Al mattino si sono meritati una abbondante colazione con saporiti ossicini.

 

E’ ottobre, il mese viola del Señor de los Milagros, sempre circondato da una fede tradizionale sorprendente.

E’ ottobre, mese missionario che mi unisce a tutti i miei colleghi sparsi per il mondo. Per la giornata missionaria mi metto al collo la piccola croce con i colori dei cinque continenti.

Un saluto a tutti gli amici, soprattutto ai tanti incontrati nelle mie vacanze italiane.

Don Antonio Colombo

 

Huacho, 19 ottobre,  festa missionaria 2014

 

 

 

torna alla pagina di don Antonio