FIORE DEL DESERTO n. 6TRE MINUTI IN ECUADOR
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TURISTA PER FORZA Si è sempre stranieri. Scade il permesso di lavoro e vieni espulso se non corri subito a metterti in regola secondo il paese dove ti trovi. Questo è il dramma degli emigranti in tutto il mondo, a volte con conseguenze disastrose. Mi preparavo a pagare la solita tassa annuale di soggiorno quando scoppia la sorpresa. Primo ordine: “Esci dal Perú e rientra come turista, il tuo permesso di lavoro come sacerdote cattolico non vale piú da 50 giorni!” Secondo ordine: “Ricomincia da capo tutte le pratiche, hai 183 giorni per questo”. Il perché di tutto questo non l’ho ancora capito. Ci deve essere stata una interpretazione diversa del regolamento tra l’ufficio immigrazioni dell’aeroporto e la sede centrale che mi ha considerato “immigrante illegale” cambiando i timbri sul passaporto stesso. La notifica di tutto questo è arrivata dopo otto mesi dal mio rientro ‘normale’ dall’Italia il 17 giugno 2014. Non sono il primo e non saró l’ultimo a cascare nei meandri della burocrazia. “Obbedisco” aveva detto a malincuore Garibaldi. Dove vado? Mi faccio una vacanza in Italia o cerco il paese confinante piú vicino tipo Cile, Bolivia, Ecuador? Valutato i prezzi del volo e i tempi necessari, chiedendo qua e lá a di chi ha giá fatto questa esperienza, stacco il biglietto per Tumbes, una cittadina vicina all’Ecuador. Sorpresa all’agenzia viaggi. L’impiegata mi dice: “ Il suo biglietto costerebbe 280 dollari come residente in Perú, ma ora è considerato turista e il prezzo è un altro: 390 dollari!”
In spiaggia di Tumbes Se sono turista cerco di godere il viaggio di 3 giorni a partire da lunedí 2 febbraio. Un tranquillo volo di 90 minuti su un aereo di 250 posti mi fa atterrare al nord del Perú dove c’è una baia stupenda sempre sull’Oceano Pacifico. Se per lo stato sono straniero, questo non vale per la Chiesa che riconferma il suo valore di “cattolica” universale, senza confini. L’ospitalitá calorosa di tre sacerdoti va a pari passo con la temperatura che tocca i quaranta gradi. Subito celebro una Santa Messa nella parrocchia mentre si attivano i contatti per passare la frontiera. Pago in una banca la multa di 50 dollari corrispondenti ai 50 giorni come abusivo e poi i sacerdoti mi accompagnano alla frontiera a 25 chilometri di distanza in un paesaggio tipo savana africana con tanti bananeti. Gli uffici della dogana sono moderni, ci sono solo poche persone in transito cosí me la cavo in solo due minuti per i timbri di uscita dal Perú. La terra di nessuno che divide i due paesi è di solo 500 metri con gli uffici di dogana condivisi nello stesso locale. Ecco perché bastano solo pochi minuti per il timbro di entrata in Ecuador e subito dopo quello di rientro in Perú sempre in qualitá di turista per 183 giorni, cioè sei mesi compresi quelli con il 31. Onestamente devo dire che la velocitá è resa possibile dalla presenza di padre Cesare, giá esperto in questi traffici e ben conosciuto e stimato dagli impiegati. Per tre minuti metto piedi in Ecuador con padre Klever giá con il motore acceso per rientrare subito a casa. Lui ha fretta per un funerale a mezzogiorno, mentre io sono contento di avere abbassato la tensione cardiaca. Mi restano 24 ore di puro turismo nella cittadina storica di Tumbes dove approdó il conquistatore spagnolo Francesco Pizzarro nel 1531 incontrando subito feroce resistenza. Celebro la Messa in una Chiesa con i ventilatori accesi ad ogni colonna, porte e finestre spalancate con tante gente devota che condivide la stessa fede; non c’è piú la spada spagnola ma continua a brillare la croce dei primi missionari. Il tempo è sufficente per una foto in spiaggia per poi festeggiare con i sacerdoti con una ottima pizza e fresca birra in un locale di una famiglia di origini genovesi. Mi emoziona vedere tre grandi stampe di porticcioli e spiagge liguri, compresa quella di Tellaro dove avevo passato due settimane nel lontanissimo 1970 con una famiglia amica cerrese. Nel volo di ritorno mi prende il sonno per ritrovarmi subito a Lima e poi velocemente a Huacho per celebrare la Messa alle 8 di sera.Tutto in tre giorni compresi i tre minuti oltre il confine. L’avventura si conclude lunedí 9 marzo a Lima negli uffici dell’Interpol che mi restituisce i diritti di permanenza in Perú con il regolare contratto di lavoro nella categoria ‘religioso’ non turista. |
Tumbes
Porto Pizarro a Tumbes
In una chiesa di Tumbes
Padre Cesare di Tumbes
1532 sbarco di Pizarro a Tumbes |
11 nuovi sacerdoti
Penso di non sbagliarmi nel dire che è un record mondiale la ordinazione di undici nuovi sacerdoti in una piccola diocesi che conta 600.000 abitanti, includendo circa 80.000 protestanti. Certamente è una data storica quella di sabato 17 gennaio 2015 nella Cattedrale di Huacho alle 10 del mattino. I primi ad arrivare sono i familiari degli undici, provenienti dai punti piú svariati del territorio della diocesi e dello stesso Perú. Un posto d’onore è riservato a loro, particolarmente ai genitori che avranno una loro parte nella stessa liturgia; senza il loro amore, il loro spirito di sacrificio e la loro fede non sarebbero sbocciati questi undici fiori. Alle 10.30 entra nella Chiesa gremita la lunga schiera di seminaristi, sacerdoti con il Vescovo Monsignor Antonio Santarsiero, orgoglioso di presentare i suoi 11 gioielli usciti dal suo seminario dopo lunghi anni di formazione umana, spirituale e intellettuale. Scrivo i nomi di questa squadra ‘calcistica’ speciale: padre Oscar, padre Ronal, padre Alex, padre Morinzon, padre Jesús, padre Huber, padre Edgar, padre Grober, padre David, padre Erik, padre Eddison. Variano i nomi, diverse le stature, varie le sfumature dei colori dei volti, ognuno con il suo carattere e differenti sensibilitá spirituali. Bello è ascoltare il loro “presente!” prima di stendersi al suolo per i lunghi minuti del canto delle litanie dei santi. Respirano la polvere del tappeto rosso per poi alzarsi decisi al grande passo. Non si guarda l’orologio, le ore passano veloci e alla fine il miracolo è fatto. Undici giovani sono ora undici sacerdote della squadra di Cristo, pronti a giocare nel campo immenso della Chiesa cattolica. La tensione iniziale è passata, ora è tempo di gioia, di applausi, di festa.
11 sacerdoti per sempre Le loro mani sono consacrate, le loro parole hanno un timbro e valore diverso perché possono consacrare il pane e il vino, battezzare, assolvere e predicare. Hanno volti splendidi e sorrisi unici. Come ogni sacerdote concelebrante anch’io ho messo le mie mani sulla loro testa, ho baciato le loro mani profumate dal crisma, con un abbraccio gioioso. Emozionante e carica di fede è stata la loro Prima Messa, celebrata tutti insieme la domenica 18 nella cattedrale. Quando le loro giovani voci e le loro mani tremanti hanno raggiunto il momento della Consacrazione, tutta la gente ha ripetuto le parole di San Tommaso: “O mio Signore e mio Dio”, sentendo la presenza viva di Gesú. È toccato a me presentarli alla comunitá scandendo uno per uno il nome di questi nuovi atleti di Cristo, pronti a immettere la loro freschezza giovanile nel tessuto della Chiesa diocesana e unversale. La Diocesi è ora diventata “ricca” facendo scattare verso l’alto le statistiche e abbassando l’etá media del presbiterio. I dati statistici parlano di 47 sacerdoti diocesani, 11 religiosi peruviani e 12 missionari da varie parti del mondo.Tra i missionari siamo in cinque da Milano. Con il Vescovo attuale sono stati odinati sacerdoti in 32 nell’arco di 10 anni. Non ho i dati del Seminario perché qui solo a marzo si aprono le scuole, ma il vivaio sta dando buone speranze. |
chiamando per nome
Momento delle litanie e decisioni
i novelli sacerdoti
celebrazione della prima santa Messa
festa in Seminario con il Vescovo, mons. Santarsiero |
Matrimoni dal mondo Nel mio ultimo anno da parroco in Italia avevo celebrato un solo matrimonio. Qui mi sto divertendo, peró senza illudermi perché le statistiche delle coppie sposate in Chiesa non arrivano al 10%! La convivenza sembra una regola constante. La parrocchia è sui 20.000 abitanti, ma i confini sono indefiniti perché si tratta della Cattedrale che si apre a tutta la cittá e…al mondo. Un paragone si puó fare con la Basilica di Sant’Ambrogio di Milano che accoglie matrimoni da tutta la diocesi. Nel 2012 ci sono stati 87 matrimoni, 97 nel 2013 e 89 nel 2014, belle cifre. Dal mondo arrivano qui a sposarsi giovanotti conquistati dalle ragazze huaciane emigrate in tanti paesi: Stati Uniti, Canadá, Australia, Spagna, Italia, Svizzera, Svezia, Francia, Messico. Qui si nota l’organizzazione capillare della Chiesa cattolica che segue lo stesso diritto canonico, lo stesso tipo di preparazione catechistica, gli stessi documenti (con tutti i non facili requisiti) e la stessa liturgia, pur nelle differenze culturali e linguistiche. Se c´è amore, tutto è possibile. L’esperienza di 50 anni di sacerdozio e il masticare varie lingue del mondo facilita i contatti, favoriti dal grande mezzo moderno di internet. Quanta strada ho fatto anch’io dal primo matrimonio in Mozambico nel lontano 5 settembre 1971 per mia sorella Rosy, comunicandoci con avventurosi telegrammi. L’ultimo matrimonio internazionale è del 9 gennaio 2015. Solo un mese prima è scoppiato l’allarme, un S.O.S quasi disperato, lanciato via internet. · Buongiorno ( o buonasera!), Noi non ci conosciamo, siamo una coppia di Milano e volevamo raccontarle brevemente la nostra storia, cercando un suo aiuto! Abbiamo deciso qualche mese fa di sposarci in Perù. Io sono italiano, mentre la mia ragazza è peruviana, di Huacho. Sinceramente all'inizio pensavamo fosse una cosa molto più semplice, ma con il tempo abbiamo capito che le cose sono molto più complicate. In particolare organizzare un matrimonio da qui in Italia è veramente difficile! Ora siamo abbastanza disperati perché il matrimonio religioso in Perú si avvicina, la data fissata è il 9 di gennaio, e non abbiamo ancora concluso nulla di concreto per la cerimonia. Sí, abbiamo sbagliato a non raccogliere tutte le informazioni prima, ma adesso le chiediamo un aiuto. Manca poco e ci serve un consiglio per non rovinare un giorno così importante... Ci siamo informarti qua con il nostro parroco, che ci ha parlato di una missione in Perú' lì a Huacho dove c'è un prete italiano. È vero?
Il giorno 15 dicembre subito rispondo ai disperati “promessi sposi”. -Sí, sono milanese, il matrimonio si puó fare. Seguite le indicazioni del vostro parroco con i documenti che sono uguali per la Chiesa Cattolica in tutto il mondo. Il tutto sia vidimato dalla Curia di Milano, senza problema per quella di Huacho di cui sono notaio ecclesiastico oltre che parroco della Cattedrale. Dall’Italia subito la risposta via e-mail. Buona sera Don Antonio e mille grazie per la risposta, che accende nuovamente una fioca luce di speranza nei nostri cuori! Vorremmo la ceremonia in spiaggia, è possibile? · Contro messaggio: Venite e decideremo tutto guardandoci negli occhi. Il matrimonio italo- huaciano si è celebrato nella Cattedrale con tutti i crismi della regolaritá. Dopo le firme con tutta la comitiva siamo andati in spiaggia lontana solo 300 metri, accolti dal vento dell’Oceano, dal sole al tramonto e dai bagnanti eccitatissimi. Concludo con l’ultima e-mail. Buongiorno Don,
Tornati in patria.....ahimè!
Come proseguono le cose a Huacho? Inutile dire che a noi il Perù manca tantissimo... I colori, la gente,
l'emozione del matrimonio... Arrivare in spiaggia ed essere circondati
dal calore umano della gente del posto è stato qualcosa di
incredibilmente emozionante... Eravamo circondati da gente vera,
calorosa... viva!!!... Vogliamo ringraziarla molto per il grandissimo aiuto che ci ha dato, la sua passione e il suo affetto e ci dispiace tantissimo non essere tornati a salutarla ma il tempo è stato veramente poco. Le inviamo qualche foto sperando di rivederci presto lí in Perù. Non dobbiamo avere fretta ma dobbiamo ogni tanto ricordarci di prendere la vita... "DESPACIO", con calma. Un caro saluto dagli sposi milanesi |
matrimonio in cattedrale
benedizione alla spiaggia (
siamo la coppia piú bella del mondo...
brindisi sulla spiaggia |
Febbraio caldo come a ferragosto Qui non nevica a febbraio, il sole scotta e il caldo a 28/30 gradi spinge tutti alla spiaggia ben attrezzata della cittá. Un lungo mare piacevole con alcune palme qua e lá. La vista sul mare è consigliabile soprattutto al momento del dolce tramonto con raggi tenui che baciano le barche e i pescherecci pronti ad uscire per una notte di pesca. Giochi per piccoli e grandi non mancano con tre campi sportivi in erba sintetica, due piscine quasi pulite, una laguna con pedaló, un parco giochi per bambini con il castello del re, una fontana con la statua della Madonnina, uno spiazzo per motocross, un campetto per manovre acrobatiche con i pattini, chioschi sparsi qua e lá e naturalmente la spiaggia con sabbia non eccezionale. Fare un bagno è piuttosto difficile perché l’acqua è sempre fredda e le onde sono sempre minacciose. Quasi mai ho visto nuotare verso il largo, la maggioranza si diverte a sfidare l’arrivo delle onde tra gridi di gioia e paura. Chi se la spassa con gioia sono sempre i bambini, compresi i piú piccoli con il fascino dell’acqua, del fango, dei castelli di sabbia. La tintarella non sembra qui tanto di moda forse perché preferiscono il colore bianco. Per giovani e meno giovani è sempre il pallone a dominare, la sabbia non ostacola i movimenti e basta collocare due magliette per terra per indicare le porte, sempre necessarie per poter gridare “goal”. Non è zona adatta per praticare il surf, pure tanto diffuso su altre spiagge del Perú molto agitate dal vento con onde gigantesche. Non ci sono gommoni, motoscafi, battelli, barche a vela e tantomeno yacht per i ricchi, tutti si fermano a riva a mangiare un gelato o a bere piú di una birra. Ma non tutto finisce nella baia della cittá, la costa continua e vale la pena seguire il circuito delle spiagge, una piú interessante dell’altra con le dune del deserto che sembra volere cadere proprio nell’oceano come per rinfrescarsi. È qui che si possono trovare i pellicani, i gabbiani e i fenicotteri bianchi. Non sono ancora molto attrezzate, ma qualche passo in avanti l’ho visto in questi anni. C’è una laguna di acqua dolce con una immensa varietá di uccelli, con un’atmosfera di silenzio e di pace incredibile. Per gli appassionati di antichitá è proprio a 20 metri dal mare che continuano gli scavi per ritrovare una civiltá datata a 3000 anni prima di Cristo. Il luogo si chiama Bandurria, nome tratto da un rarissimo uccello che qui faceva sosta nei suoi voli emigratori. Quando nevica o fa freddo nel febbraio europeo, fate un salto qua per gustare un ferragosto piacevole.
che impegno!
estate in allegria
calcio calcio |
piccoli atleti
i pulcini
calcio e sorriso
acqua, acqua
si affrontano le onde
mamma felice |
Notizie in breve
· Dopo 27 anni ho salutato l’arrivo dell’anno nuovo 2015 con il bicchiere in mano scandendo il conto alla rovescia fino allo 0.00. Sempre avevo preferito trovarmi giá a letto, pronto solo a fare un segno di croce. Questo capodanno è stato speciale per la presenza come ospite nientemeno che di Monsignor Mario Delpini, vicario generale del Cardinale Scola di Milano. Immancabile il cin cin con auguri per l’anno nuovo e poi tutti fuori in strada per godere mortaretti e fuochi artificiali per almeno 15 minuti, senza però riuscire a vedere bruciare i fantocci che si portano via i malocchi dell’anno vecchio. È una tradizione che il governo ha proibito perché degenerava e inquinava.
Mons. Delpini, don Franco e don A. Novazzi Monsignore Delpini si è fermato pochi giorni con un sereno scambio di visioni pastorali, di chiacchiere amichevoli e soprattutto la Messa solenne e l’incontro con i fedeli delle nostre cinque parrocchie ambrosiane. · Oratorio feriale per 150 ragazzi che in parrocchia hanno goduto delle loro vacanze. Giovani animatori non sono mancati per la danza, musica con chitarra e tamburi, inglese, lavoretti manuali, creativitá nei disegni, scuola di italiano e l’immancabile ormai accademia di calcio. L’allegria si notava in ogni momento anche quando si doveva stare seri per imparare qualcosa. La festa d’inizio e di chiusura hanno poi coinvolto anche genitori e gli immancabili nonni.
Invito alla scuola di italiano Un tocco professionale in piú lo ha dato il calcio per la presenza dell’allenatore Moisès con alle spalle tanti anni nella serie A del Perú. Con severitá, amabilitá e conoscenza tecnica faceva sudare e divertire una sessantina di bambini e ragazzotti dai 6 ai 14 anni che hanno fatto passi da giganti nel controllo del pallone e dei primi schemi tattici, sempre nel verde dello Stadio 70.
Moisés allenatore · Nel campo politico e amministrativo c’è stato il giuramento delle nuove autoritá elette per il periodo 2015/2018 con le innegabili promesse per un futuro migliore per tutti. Ora si sta a guardare i loro primi passi. · Non è stata grande l’eco della beatificazione del Papa Paolo VI in Piazza San Pietro il 19 ottobre 2014. Personalmente è il Papa che piú ho conosciuto avendo seguito da giovanissimo seminarista tutti i suoi passi dal 1954 a Roma per la sua consacrazione vescovile, al 1958 alla sua nomina come Cardinale, agli anni milanesi conclusi con l’udienza papale in Vaticano nel 1964. Conservo qui con me storiche foto di Roma nel 1958, del Seminario di Seveso San Pietro nel 1955 e di Venegono nel 1959, con l’udienza del giugno 1964 a pochi centimetri dal Papa Paolo VI. Gli anni passano ma la memoria di aver conosciuto un Beato sempre rallegra il cuore.
1959 Antonio in ginocchio a Venegono Qui c’è la febbre della Settimana Santa in arrivo con tutto il coinvolgimento di confraternite e popolo. Buona Pasqua a tutti, camminando con Cristo verso il Calvario e resuscitando con Lui con gioia e pace.
Don Antonio Colombo
Huacho 10 marzo 2015 |
mons. Delpini in cattedrale
Gruppo milanese "Fidei donum" - 2015
1955 Mons Montini e Antonio con la croce
1958 a Roma per il Cardinale Montini
A pochi centimetri dal Papa, Paolo VI
Luci ( neo sacerdoti) 1964 con Paolo VI
e per finire.... scarpe nuove per camminare ancora |