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onda dal peru' n 12

Un matrimonio da favola

 

I preparativi

 

Nei ricordi di gioventù ci sta il matrimonio a Londra nel novembre 1973 della principessa Anna con il cavaliere Mark, in tutto il suo fasto regale inglese, appannato poi nella storia da quello di  Carlo con la sfortunata  Diana negli anni 90 e dal nipote William e Kate  nel 2011.

 

Ma per me il matrimonio da favola si é svolto in una camera dell’Ospedale di Huacho, giovedì  9 febbraio 2012, alle ore 12. La sposa Emilia ha un vestito, rigorosamente  bianco, semplice ed elegante, e lo sposo Pablo é seduto sul suo letto, con volto sofferente. I due ‘innamorati’ hanno 57 anni, con 4 figli lontani sulle Ande a lavorare a 4000 metri d’altezza,  non so se in miniera o nei campi.

 

Da cinque mesi Pablo é in ospedale e le speranze di sopravvivere al cancro si sono affievolite. L’ho incontrato sempre nel suo letto di dolore, settimana dopo settimana, nelle mie visite come cappellano. Sempre ho visto accanto a lui l’umile e dignitosa sua sposa. Sempre mi aspettavano e mi accoglievano con calore. Hanno fatto la collezione completa delle immaginette che distribuisco ai pazienti.

 

 Ai primi di gennaio, Emilia mi viene a trovare alla Cattedrale, piena di tristezza per l’aggravarsi della malattia, ma con un grande sogno: potersi sposare  religiosamente con il suo Pablo per tornare, dopo anni di convivenza, a ricevere la Comunione. Con commozione le dico:” Se c’é amore, si può”. Pablito conferma che il desiderio é anche suo e in pochi giorni si sistemano le pratiche, si fa il consenso nella camera di Pablito e si fissa la data. Tutto il reparto di chirurgia si mette in movimento: é la prima volta che si celebra un matrimonio in una camera dell’ospedale e la coppia é stimata da tutti.   

 

 

Pablo aspetta

sono pronti

Il grande giorno

Le infermiere curano la pettinatura, gli orecchini, il bouquet di Emilia, mentre gli infermieri hanno messo in ordine il letto, posto un fiore all’occhiello a Pablo che si aggiusta il polsino della camicia bianca, in attesa della sposa che arriva con solo due minuti di ritardo. Di corsa arrivano il padrino e la madrina in divisa azzurro chiaro, orgogliosi e fieri di essere stati scelti dagli sposini. Sempre tra il personale del reparto spunta il coro, la fotografa, i lettori mentre la parte degli invitati é formata dagli altri pazienti piccoli e grandi. Come altare il tavolino del malato, ricoperto dalla tovaglia bianca e con due piccoli candelieri. Non manca nulla ed naturalmente anch’io mi sento commosso e onorato di celebrare, tanto più che mi accorgo che Emilia e Pablo rispondono alla perfezione a tutte le domande e ai dialoghi della Messa. C’é la naturale tensione sul volto dei due mentre dicono il grande sí, guardandosi negli occhi con un delicato pudore. Tutto sembrava preparato, ma mancano gli anelli... Che fare? Farseli prestare da qualcuno dei presenti?  Vedo che Emilia porta al dito un anello d'argento. Con naturalezza se lo sfila e lo mette  nelle mie mani. Un piccolo miracolo d’amore: un solo anello sarà interscambiato dai due, realizzando le parole della Genesi: “E i due saranno una carne sola”. L’applauso forte e vibrante dei presenti fa sciogliere in un sorriso i volti tesi degli sposi. La Messa rende presente Gesù alla nozze come a Cana di Galilea e unisce gli sposi nel momento tanto da loro  atteso, quello  della Comunione.

Per la firma dell’atto di matrimonio  Emilia si avvicina  all’altare, mentre Pablo  compie il gesto sul suo letto di sofferenza e di speranza, dimentico che una settimana prima aveva ricevuto l’Unzione degli Infermi.

Da non so dove spunta la torta con la scritta ”Feliz día Emilia y Pablo”. Tocca a me unirmi alla mano di Emilia per il taglio inaugurale, mentre Pablo ci guarda sorridente dal letto. I presenti reclamano il bacio degli sposi che lo fanno con una tenerezza e delicatezza infinita. Abilissima é una giovane studentessa di infermeria a scattare le foto ricordo con i diversi gruppi, mentre si esegue un canto di lode a Dio, al posto della marcia nuziale.

Merita una incorniciatura speciale la foto finale  della sposa. E’ anche lei una principessa con i suoi capelli neri, fronte piena di luce, orecchini che vivacizzano il volto, sorriso stupendo anche con qualche dente in meno, camicetta bianca immacolata e la corona nera del Rosario che appare più preziosa di qualsiasi collier di perle e diamanti.

Qualche infermiera scappa via alle 13.20 con la sua torta in mano, sono  suonati dei campanelli di allarme di qualche ammalato che aveva partecipato alla festa dal suo letto.

La luna di miele di Emilia e Pablo dura 20 giorni, in tempo per vedere con stupore le loro foto e conservare la serena gioia nel cuore. Emilia é venuta per due domeniche a Messa alla Cattedrale per ricevere la Comunione.

La notizia  me l’ha data un giovane ricoverato: “Padre, non c’é più Pablito, si é addormentato per sempre, ieri alle 15.33. Era stato bello il suo matrimonio, e lui  é stato sereno fino all’ultimo”.  

Nel reparto di chirurgia  hanno conservato e fatto varie copie del CD con le foto del “matrimonio da favola”. Ora Pablo riposa sulle Ande.

la Comunione

 

il bacio

 

la torta degli sposi

 

la noiva

 

momento del sì

 

anello al dito

 

la firma

 

felicità

 

foto di gruppo

Noi siamo  i watussi, con 44 gatti

 

Le vacanze scolastiche dei caldi mesi di gennaio e febbraio obbligano i genitori a trovare qualcosa di “utile” per occupare i loro ragazzi. Quest’anno la parrocchia della Cattedrale ha impegnato le sue risorse di volontariato e di fantasia e ne è nato un classico “oratorio feriale” con  un totale di 220 ragazzi impegnati in mille attività diverse, compreso il computo matematico. Un giovane sacerdote ha guidato tutte le attività del pomeriggio alternando i compiti di inglese con musica e soprattutto la danza, quella che fa’ sudare nel pieno estate. Al sabato, una scappatina in piscina per rinfrescarsi, disdegnando le forti onde dell’Oceano.

Restava libera la mattina per la scuola calcio e per imparare l’italiano. La fiducia dei genitori ci ha portato 22 piccoli calciatori che sognano di diventare “Messi” e 55 studentelli, dagli otto ai quindici  anni, per la lingua di Dante. Cinque settimane dal “Buongiorno, come ti chiami?” ai canti dello Zecchino d’oro. Dall’Italia arrivano i video originali e il ritmo dei tamburi dei Watussi si unisce subito alla gioiosa musica dei 44 gatti. La canzone “Forza Gesù” diventa la preghiera che accompagna tutti, mattina dopo mattina. I film di “Pinocchio”, di “Piú forte ragazzi”e di “Marcellino, pane e vino”, allietavano la prima ora, per lasciare spazio alla dura grammatica nelle altre due. L’esame finale ha visto promossi  42 ragazzi con una grande festa sportiva – ricreativa allo Stadio 70.   Le canzoni erano sceneggiate con gattini “dalle code attorcigliate” e i watussi con le facce tinte di nero e le lance di legno, anche se mancava totalmente il ritmo dei tamburi africani per il canto di “gali- gali”. Cento cotolette di maiale sono finite sotto i denti,  con allegria di tutti, alunni, genitori e nonni.

Chi erano i professori?  La base sono gli stessi del corso adulti, ma giá si sono lanciati allo sbaraglio gli alunni che hanno completato il terzo anno, con il motto: “Insegnando, si impara!”

I ragazzi già premono perché vogliono una scuola per loro, durante tutto l’anno.

Per ora devono accontentarsi di vedere le loro foto e i loro filmati su facebook., cliccando inst.sanfrancisco.huacho,  ultima novità del crescente corso di italiano. Appare anche il mio nome, ma non é farina del mio sacco, preferisco continuare  con il sito www.sullarcadinoe.it !

Sta per iniziare il nuovo anno scolastico e si stanno iscrivendo 60 alunni per imparare l’italiano.

 

 

         con cento cotolette                                               bimba spettatrice  

si canta 44 gatti

promossa!

inseguendo un sogno

scuola di calcio

gruppo adolescenti

Una chiesa in fiore

I lavori per il rinnovo della Cattedrale hanno compiuto un anno dal suo inizio, esattamente

venerdì  11 marzo 2011. Ne é stata fatta di strada e tanta resta ancora da fare, comprendendo anche otto campane affidate alla ditta AEI di Pozzolo Martesana.

La costruzione più difficile é quelle delle anime, richiede tempo e soprattutto risposte generose personali. Queste non sono mancate con la professione perpetua della  suora Maria Vilma Haidee Ayala Figueroa, la ordinazione diaconale di Mario e Harold e soprattutto quella sacerdotale di padre  Ebert  Antonino Carranza Segura con padre José  Avelino Barboza Zarate.

Mi spiace non dedicare un articolo a ciascuno di questi “fiori”  che nel pieno della loro giovinezza hanno l’umiltà di prostrarsi sul nudo pavimento, in attesa che la voce del Vescovo li chiami, uno ad uno, per affidare a loro le pecorelle del Regno di Dio. 

Con intensità anche emotiva partecipo a queste solenni cerimonie che cambiano radicalmente la vita dei singoli e lanciano raggi di luce nuova nel mondo religioso e non.

 

imponendo le mani

diaconi Mario e Harold

la prima messa

è festa sacerdotale

nuovi fiori

ricoperta di fiori

 

suor Vilma

 

Corpo di Cristo

Padre Angelo, un amico cappuccino

 

 

 

ritrovarsi é bello

 

“Preparami qualcosa da fare e io vengo!”, parole gridate attraverso l’Oceano, da Angelo Lazzati un ex marinaio ora frate di lungo corso.

Ci siamo conosciuti 48 anni fa nel cortile d’oratorio di Cerro Maggiore, ne é passata di acqua sotto i ponti dell’Olona, ed ora siamo qui per passare insieme un mese, carichi di anni ma sempre giovani per il Regno.

Beh, il coraggio a padre Angelo non  é mancato tanto da lanciarsi a predicare in spagnolo!

Occasione migliore non poteva essere che il tempo della Quaresima con una settimana dedicata all’Eucaristia e una alle figure bibliche dell’Antico Testamento. Due appuntamenti giornalieri che hanno toccato la punta di 220 partecipanti, senza mai scendere sotto i 150. Anche i numeri hanno il loro valore e indicano come ci sia fame di Dio e di cibo sostanzioso, per cui vale la pena e la gioia del dare e ricevere, secondo lo spirito  di San Francesco.

Padre Angelo si é guadagnato qualche applauso in piú grazie alla sua voce tenorile nel cantare l’Ave Maria  con tanta fede e passione.

A livello cittadino la sua presenza non é passata inosservata, il saio francescano ha un suo fascino, tanto da essere invitato all’innalzamento della bandiera di Huacho nella Piazza d’Armi centrale.

So che sta prendendo appunti di questa sua esperienza e ció servirá per una edizione  speciale di “Onda dal Pacifico”.

 

agli scavi di Bandurria

 

 

con le autorità

 

bandiera di Huacho

padre Angelo benedice

 

Eucarestia

 

all'alzabandiera

 

tra la gente

 

trofeo p. Angelo

Puntiamo alla Settimana Santa

 

Un nuovo dettaglio linguistico-culturale.

Non ho scritto: “puntiamo alla Pasqua”, ma alla “Settimana Santa”. Qui non si prepara un giorno, la Pasqua, ma tutta una settimana, che non é lunga solo sette giorni, ma nove,  a partire dal venerdì 30 marzo quando la statua della Madonna Dolorosa si metterà  in cammino per le strade della città per invitare tutti a condividere le sofferenze di suo Figlio.

 

A tutti  gli auguri di una gioiosa Pasqua 2012.

 

Don Antonio Colombo

 

Huacho, 18 marzo 2012

 

 

la Dolorosa ci chiama

 

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