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Onda dal Pacifico n. 21
Il sole in mano
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Volontariato marista tra le dune del
deserto
Il volontariato non è
solo una specialità della Caritas milanese che manda ogni anno i suoi
giovani qui. Il Perù sta crescendo anche in questo campo della gratuità.
Pochissime volte esco
dal territorio della parrocchia, anche se gli inviti non mancano. Ma
quando mi chiama Arturo non dico di no, sapendo che c’è qualcosa di
bello e di utile da benedire a favore dei piccoli, dei poveri.
La sua Associazione
prende il nome da un fratello religioso, Aurelio Garcia, uno spagnolo
che come professore del liceo ha guidato il gruppo di giovani della
promozione 31 del collegio dei fratelli Maristi di Huacho. Ha saputo
trasmettere valori a questi “figli di papà” che hanno imparato a
guardare oltre e vedere le necessità della gente per appoggiarla con
creatività. Ora sono tutti dei professionisti che, sparsi qua e là nel
Perù, conservano forte il vincolo di amicizia, magari con qualche
bicchiere di birra, pronti a sganciare un biglietto da 50 o da 100
quando Arturo, il loro leader naturale chiama.
Arturo è l’anima di
tutto. È un vivace cinquantenne che qualcosa ha sempre in mente, cammina
e cammina, scopre realtà povere, stringe relazioni e mette giù uno
schizzo, fa un preventivo, convoca gli amici naturalmente con i mezzi
moderni di comunicazione e batte cassa. Ogni due anni qualcosa è pronto
per essere inaugurato secondo i canoni peruviani, benedizione compresa.
Nel 2011 mi invitò
per una piccola scuola nell’arsenale di Huacho, ora si è spinto lontano
15 chilometri, scoprendo un nuovo insediamento nelle dune del deserto.
Sempre qualcosa di pertinente al campo educativo: un’aula per un
doposcuola nell’ambito di un progetto di un’associazione con sostegno
internazionale chiamata con un nome inca “Chaska, il trasmettitore di
notizie”. I bambini si radunavano sotto una tettoia di paglia, mettendo
il loro quaderno per terra in mancanza totale di sedie e banchi.
Posizione scomoda davvero, ma è arrivato Arturo...
È un sabato di fine
settembre, l’appuntamento è per mezzogiorno, ma quasi nessuno è
presente. Guardandomi in giro vedo sopra di me, su una montagnola di
sabbia, una cappella dal tetto spiovente, m’incuriosisce, ma non vedo
sentieri. Due bambine si propongono per guidarmi alla scoperta. Una è
Andreita, una piccola di quattro anni, sveglia e svelta nel muoversi
nella sabbia verso l’alto. È lei a prendermi la mano e a guidarmi per
non scivolare indietro sullo strato sabbioso del deserto. Mancava poco
che mi dicesse: “Dai, nonno, non aver paura, la chiesetta è lì, ce la
facciamo!” Davvero io respiravo a fatica, mentre lei saltellava qua e là
con gioia e orgoglio. Il quadro della Madonna di Guadalupe mi ha accolto
sorridente, è da lì che veglia sui suoi figli che cercano nel deserto
alcuni metri quadrati per costruirsi un futuro. “Scendiamo presto, sono
arrivati tutti” mi dice Andreita che in un attimo vola verso il basso.
la
cappella sulla collina
grazie, piccola guida
Tutto si svolge in
modo sereno con il momento più emozionante quando 15 ragazzi entrano
nella nuova aula intestata a San Marcellino Champagnat, fondatore dei
maristi, e possono sedersi su sedie e banchi nuovi a lungo sognati. La
benedizione, il brindisi, i discorsi, il taglio dei nastri, le foto ci
vedono tutti, piccoli e grandi, con sorrisi di soddisfazione: “Ce
l’abbiamo fatta e ne è valsa la pena. Quale sarà il prossimo progetto,
Arturo?”, commenta uno dei più generosi volontari.
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Arturo (a destra)
Andreita, piccola e veloce
sedie e banchi nuovi a lungo sognati
benedizione |
Non ci credevo proprio
È stampato nel DNA dei peruviani che il
mese di ottobre è il mese dal colore “morado=morello” con la devozione
al Signore dei Miracoli a dare il ritmo con le sue cinque processioni,
nei vari angoli del paese. Anche a Huacho ogni anno si deve cercare di
migliorare nell’organizzazione per dare un giusto omaggio religioso, ma
se la cassa piange... C’era un sogno nel cassetto per la confraternita:
fare un arco nuovo di argento con raggiere dorate per incastonare il
quadro del Signore. Mancavano meno di due mesi e il preventivo si
aggirava sui 20.000 soles, disponibilità in cassa di solo 4.000.
Con i piedi per terra, sarebbe da rimandando il tutto al prossimo anno,
tenendo conto anche delle fratture interne. Come assessore spirituale mi
permetto di invitare alla responsabilità, a camminare al gruppo. “No,
padre, per il Signore si può fare, dimentichiamo i nostri litigi,
uniamoci e passiamo ai voti!” Beh, 60 voti a favore e solo il mio
contrario! Democraticamente ho accettato la sconfitta, pur conservando
tutti i miei dubbi come San Tommaso.
Alla terza processione del sabato 18
ottobre l’arco d’argento splendeva nella Cattedrale, nella predica ho
chiesto perdono per la mia mancanza di fede impegnandomi a fare
penitenza. Per la quarta processione del 28 ottobre una nuova
gigantografia plastificata del Signore sta incollata alla parete esterna
del salone Paolo VI, lanciando il suo sguardo di sofferenza e speranza
sulla Piazza centrale. Missione compiuta.
Dall’alba al tramonto per cinque giorni
la portantina del Signore dei Miracoli ha toccato gli angoli più diversi
della città, accompagnata sempre da tanta devozione. Anch’io mi sono
unito ai compagni della terza squadra a caricare il Signore, duole un
poco la spalla, la fatica si sente, ma si riceve tanta pace interiore.
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Gesù sofferente
la gigantografia
plastificata sulla parete esterna
del salone PaoloVI |
Anche Andrea Bocelli ha cantato a Huacho
Si chiama anche” il Signore delle
Meraviglie”, perché suscita cose sorprendenti. Al termine della Messa
del 28 ottobre, entra in cattedrale un signore elegante circondato dalle
telecamere e si mette a cantare l’Ave Maria di Schubert come Andrea
Bocelli. Ma è lui o non è lui? Ascolto e prego, mentre le stupende
parole e le melodie invadono la cattedrale strapiena e in un silenzio
completo. Poi scopro il “trucco”, ultima novità in onore sempre del
Signore.
Si tratta di un signore di Lima
.... che ha partecipato al concorso televisivo “Yo soy” per imitatori,
scegliendo come soggetto Andrea Bocelli, vestendosi come lui, cantando
con occhi quasi chiusi e soprattutto modulando la voce come l’artista
italiano che aveva fatto un concerto a Lima nel mese di settembre, con
prezzi stellari per i biglietti d’entrata. Nell’atrio della Cattedrale
ha di nuovo incantato tutti (compreso il Signore?) con ritmi e voce di
“Con te partirò”. Che lungo applauso si è meritato! I miei alunni di
italiano ne andavano fieri conoscendo bene il canto con il suo ricco
significato.
concerto in piazza |
il neo Bocelli canta Ave Maria
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Ottobre con cagnolini francescani
Il 4 ottobre riappare
sempre San Francesco di Assisi con il piccolo irriducibile gruppo di
devoti che ha il suo momento più vivace con la benedizione delle
mascotte. Sembra che siano i cagnolini stessi a darsi appuntamento
nell’atrio della cattedrale, ogni anno sempre più numerosi e sempre più
attenti. Sarà il loro olfatto a riconoscere la mia costante presenza, il
mio tono di voce e il potere ristoratore dell’abbondante gocce di acqua
benedetta che sprizzo loro addosso.
È anche una ghiotta
occasione per fotografarli e
incollarli poi su
Facebook, con moderna tecnologia, sempre con San Francesco che sorride
dall’alto della statua.
Domenica 6 ottobre il
saio marrone di San Francesco si è colorato di tricolore con gli
immigrati italiani e di azzurro con gli studenti del corso di italiano
per partecipare alla tradizionale sfilata nella Piazza d’Armi.
Quest’anno Il
tocco in più è dato dagli studenti che sfilano con una nuovissima maglia
azzurra con lo stemma tricolore e il ricamo “Instituto San Francisco”,
per indicare con un pizzico di orgoglio che si tratta ormai di una
scuola seria che segue tutti i ritmi celebrativi locali.
La “macchia azzurra”
si distingueva, forte di 60 elementi, pronti a continuare fino agli
esami di dicembre.
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benedizione degli animali
gli azzurrini |
Ottobre e le Olimpiadi
Le suore continuano a
lamentarsi perché i bambini non vengono al catechismo nel mese di
ottobre. Ma non c’è niente da fare contro le Olimpiadi! Non si tratta di
quelle di Roma, di Londra o di Rio di Janeiro 2016, semplicemente è
un’altra specialità locale che coinvolge le scuole di ogni ordine e
grado per quattro domeniche, per fare sport sia per gli studenti che le
loro mamme, i loro papà e i loro nonni che possono fare da accalorati
tifosi, da cuochi o da autisti, dall’alba al tramonto, pranzo compreso,
naturalmente al ritmo della musica andina. Si affitta un complesso
sportivo e ci si diverte, guai a mancare, pena multa e altre sanzioni.
piccoli atleti
Lo “Stadio 70” ha
avuto il suo boom di presenze con mille persone ogni domenica compresa
un bimbetto di un mese che dormiva sotto una piccola tenda piazzata nel
campo sportivo; anche lui aveva il diritto di partecipare alla festa.
Gli impegni domenicali nella Cattedrale non mi hanno permesso di godermi
a fondo lo spettacolo che la scuola dell’Annunciazione – diretta da tre
suore - ha svolto con una organizzazione impeccabile, senza però
riuscire a controllare i bambini dell’asilo che hanno distrutto quasi
tutti i fiori e tormentato tutte le piante ancora tenere. Tre
bambinette in eleganti divise rosse, vivaci e birichine, mi hanno
accompagnate a salutare i vari gruppi di piccoli e grandi atleti che
sudavano per guadagnarsi il trofeo per la loro classe. Soprattutto gli
occhi apertissimi di Zamira hanno scoperto la presenza di un nido di
cucurrí su un albero che sta mettendo i primi germogli della
primavera. Le tre avevano un commento da fare su tutti, compreso un
barboncino legato a un albero e si muovevano da piccole attrici perché
c’era la videocamera dell’amico Arturo -il volontario marista- a filmare
tutti i dettagli. Chi vuole, rintracci in YouTube il video “promociòn
marista de Huacho”, si divertirà. Con quelle mille persone hanno fatto
buoni affari i tassisti, perché lo Stadio 70 è a tre chilometri dal
centro. Buone opportunità anche per i gelatai.
affari per mille |
bimbi scatenati
giovane equipe
gioco allo stadio 70 |
Nel palazzetto con 2500 carismatici
Da un anno il piccolo gruppo del
Rinnovamento carismatico della parrocchia ha lavorato strenuamente per
accogliere più di 2000 membri provenienti da metà Perù per un Convegno.
Loro ci credono davvero allo Spirito Santo e alla sua capacità di
trasformare il mondo, servendosi di persone senza esperienza
organizzativa. A metà ottobre il palazzetto dello sport della città è
stato inondato di canti, preghiere, meditazioni e Messe per tre giorni
passando dalle 1800 persone all’inizio per toccare le 2500 nel gran
finale. Per alcune ore mi sono lasciato contagiare dal loro entusiasmo,
dalla loro allegria e anche dal loro silenzio nei momenti di adorazione
all’Eucaristia, centro di tutto. Un piccolo miracolo si è realizzato con
un audio quasi perfetto, ognuno può sapere per esperienza che di solito
nei palazzetti ci sono echi e rimbombi, con pessima acustica. Trovare un
alloggio per tutti, organizzare i trasporti, dare da mangiare in modo
dignitoso e veloce non è stato facile. Contrattempo alle tre di notte:
una telefonata ordina di annullare il concerto in piazza perché dal
Venezuela non ha avuto il visto di uscita - per motivi politici - il
cantautore cristiano! Lo Spirito Santo si è messo a soffiare forte
quella stessa notte riuscendo a scuotere tutti fino a mettere in pista
il concerto con cantanti e musici lanciati allo “sbaraglio” con un fuoco
spirituale acceso nei cuori, pronto a vincere il tremolio delle gambe.
Il pubblico, io compreso, non si è accorto del cambio e ha ballato e
cantato con tanta gioia spirituale per quasi tre ore, dimenticando il
vento freddo che saliva dall’Oceano, distante solo 300 metri.
Anche la mia casa ha fatto un piccolo
miracolo ospitando nove persone, cinque in più di quelle previste. Ho
goduto per quei giorni della presenza di una famiglia completa a partire
da due nipotine sui 5 anni fino ai loro nonni settantenni. Venivano
dalle montagne di Huànuco con 12 ore di viaggio avventuroso tra vari
saliscendi, su fino a toccare i 5000 metri per abbassarsi poi al livello
del mare. Gente semplice, ricca di fede e serenità.
Dieci del gruppo base degli
organizzatori sono rimasti in coma per stanchezza per più di una
settimana, ma il bilancio positivo umano, spirituale ed economico è
servito a riportarli alla vita, sempre grazie a tutti i sette doni
Spirito Santo.
gli organizzatori |
cantante allo sbaraglio |
Battesimo a 93 anni
Il fotografo è arrivato tardi, non ha
potuto immortalare il momento del battesimo di Giulia un’anziana di 93
anni, dignitosamente portati. Forse non si tratta di conversione vera e
propria, ma il buon Gesù può chiudere un occhio.
Giulia viene dalle altissime Ande, non
ha mai avuto la carta di identità e nemmeno la tessera sanitaria. Le
figlie e i nipoti che vivono in città non ce la fanno a sostenere le
spese del dottore e dell’ospedale per gli acciacchi che ora tormentano
la non più giovane signora che risulta “non esistente” per l’anagrafe.
Uno dei modi legali per essere riconosciuta è quello di presentare un
certificato di battesimo. Giulia si dice cattolica, ha sempre
partecipato alle feste e alle Settimane Sante nel suo villaggio lontano
dove una volta all’anno arrivava il sacerdote, certamente non è sposata
in chiesa, è vissuta negli anni del terrorismo quando si bruciavano le
chiese e i libroni degli archivi...
Così hanno bussato alla porta della
parrocchia: “Padre, ci faccia un grande favore, battezzi la mamma,
dandole una dignità cristiana e umana!” Qualche giorno è stato
necessario per stabilire la probabile data di nascita, i nomi esatti
dei suoi genitori, cercare una madrina e fissare il giorno e l’ora (non
troppo presto perché fa un po’ fatica ad alzarsi).
Una cerimonia semplice, serena, con gli
occhi di Giulia puntati verso di me, mentre stringe, orgogliosa, la
candela accesa dei tre sacramenti: battesimo, cresima e prima comunione.
Cinque familiari l’hanno accompagnata
facendo anche da padrini, felici di avere ora una mamma peruviana e
cattolica a tutti gli effetti.
Anche per le statistiche dell’Annuario
Cattolico Pontificio ora c’è una cattolica in più nel mondo. La foto
ricordo la conserverò nel mio album, è storica.
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Giulia, 93 anni
la prima Comunione di Giulia |
La croce dell’antiquario
Carlos, un professore
di università in pensione, coltiva l’hobby dell’antiquariato per
conservare e catalogare ciò che gli sembra di valore economico o
culturale. In una bancarella di Lima ha trovato una strana croce di
bronzo cromato in argento con incisioni sulle due facciate, una con
Cristo in croce e l’altra con sei uomini in atteggiamento sofferente.
Sembra una croce pettorale di un Vescovo, misurando solo 10X8
centimetri, con le frasi incise in una lingua per lui sconosciuta. “Sarà
in latino- dice alla moglie- andiamo alla Cattedrale e cerchiamo un
sacerdote”. Come per una reliquia preziosa, me la presentano con
delicatezza, scusandosi per la croce ancora tutta annerita dalla storia.
Resto incerto per
qualche minuto, rigirandola tra le mani e intentando di decifrare le
parole che circondano le singole figure, fino a quando, dal fondo della
mia memoria, riaffiora il francese, studiato alle medie circa
sessant'anni fa. “Ce vous faites aux plus petites...”. Tutto
chiarissimo, l’artista ha illustrato il capitolo 25 di San Matteo sul
Giudizio Universale con le frasi delle domande che Gesù ci farà. Le sei
figure stilizzate sono quelle del povero, del malato, del prigioniero,
del pellegrino, dell’affamato, dell’assetato, che aspettano il nostro
aiuto.
Il mistero è
decifrato, si riconferma il detto: “Impara l’arte e mettila da parte”,
prima o poi ti verrà utile!
Il professore è
rimasto a bocca aperta.
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croce francese |
Lima, immensa città senza alberi
La passeggiata
scolastica sta diventando tradizionale con gli alunni di italiano, un
pullman pieno, siamo in sessanta. Mi è piaciuta la visita al Palazzo del
Governo con sale di primordine arricchite anche da pavimenti in marmo di
Carrara con svariati colori. Interessante la visita alla Chiesa di San
Pietro dei Gesuiti con pale d’altare intagliate e indorate, curiosa la
sfilata dei cavalli dell’esercito in preparazione per qualche parata,
non male la pausa pranzo, ma scioccante la panoramica dall’alto della
collina di San Cristoforo che domina la città. Due minibus ci fanno
passare da zero a quattrocento metri con manovre da brivido per
raggiungere una croce alta venti metri. È sempre Lui a proteggerci
dall’alto. Ai piedi si stende l’immensa città di circa dieci milioni di
abitanti. Quasi allibito mi accorgo di non vedere nessuna area verde e
nessun albero, dominando il colore rossiccio della sabbia anche dove ci
sono i tetti-terrazza. Qua e là spuntano collinette sabbiose con due
fiumi poveri di acque e il serpentone di una nuovissima metropolitana
all’aperto. Solo un lato è “normale”, quello del centro storico, cuore
della Lima coloniale, pur se coperto da una nebbiolina quasi perenne.
croce di san Cristoforo
Eppure la città
continua a crescere, le invasioni dei terreni sabbiosi sono all’ordine
del giorno, sempre con qualche problema di ordine pubblico. La gente,
comunque, sogna sempre un futuro migliore, partendo dal nulla, a poco a
poco. |
panorama dall'alto
due fiori e poi aridità |
Poche ore con il Vescovo di Como
Una visita lampo
molto gradita quella di Monsignor Diego Coletti, Vescovo di Como.
Arrivato in Perù per incoraggiare due giovani sacerdoti comaschi che
lavorano nell’immensa Lima senza alberi, ha fatto un salto per
incontrare i milanesi di Huacho, un suo compagno di Messa, don Vittorio
Ferrari e anche me, suo prefetto nell’anno 1963.
Di modi semplici e
affabili, aperto al sorriso e alle battute di spirito, ha fatto un
giretto turistico – pastorale, respirando un’aria diversa.
Come ha mangiato di
gusto due piatti di spaghetti con il sugo dopo 10 giorni di riso alla
peruviana, mentre la conversazione a tavola si animava con ricordi del
lontanissimo passato nel Seminario di Venegono, con le notizie fresche
dell’impatto del Papa sud americano Francesco sui vescovi italiani.
Non mancarono frasi
in dialetto milanese, rimaste nella sua cultura, essendo nato a pochi
passi dalla mitica via Gluck di Celentano.
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Monsignor Diego Coletti, Vescovo di Como |
Gocce benefiche
Per questa zona
desertica anche una goccia d’acqua fa miracoli. Parlo di gocce di euro
che per vie impensate mi raggiungono, diventando subito utilissime e
produttive.
Abbiamo una
cinquantina di catechisti per 200 ragazzi della prima comunione e 130
giovani della cresima. Un gemellaggio spontaneo con i coetanei della
parrocchia di Milano Greco e Santa Maria Goretti permette di attrezzare
i nostri catechisti di borse capaci ed eleganti per mettere la Bibbia,
il catechismo, sussidi utili, quaderni e registri delle presenze, unendo
comodità e dignità. Bello è il colore scelto, e il disegno che unisce la
nostra cattedrale al volto moderno di Gesù.
Direttamente con la
posta, mi è giunto da Dolzago il regalo della mia madrina di Battesimo,
con 100 corone e 200 medagliette della Medaglia Miracolosa, facendo
felici un gruppo di bambini della Prima Comunione e le madrine dei
Battesimi, continuando la tradizione familiare.
Un’altra “goccia
euro”, senza nome, ha permesso l’acquisto di un proiettore ultramoderno
e multidisciplinare per 50 seminaristi di filosofia, soprattutto adesso
che i professori usano le nuove tecnologie e il collegamento con il
Vaticano si fa sempre più necessario con o senza Twitter di Papa
Francesco.
Se pioverà
ancora in euro potrò fare qualche cioccolattata natalizia in più, con la
presenza di Babbo Natale.
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catechisti con le borse
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Il sole in mano
Solo a livello
personale volevo ricordare i sei anni di presenza in Perù, pensando a un
27 novembre 2007. No, qui non è un segreto e gli anniversari, comunque,
si devono festeggiare almeno con una torta e una candelina da spegnere,
rettificando la data che è il giorno 23 come testimonia il timbro sul
passaporto.
Non parliamo poi dei
73 anni del 6 dicembre con tutto il seguito anche di regali personali
che mi fanno diventare rosso, sapendo da che livelli economici
arrivano.
Nel frattempo mi
inserisco sempre più nella realtà locale, cercando di fare del mio
meglio.
Ultima scoperta è
quella del sole. Varie volte mi ero lamentato del pallido tramonto
sull’Oceano Pacifico a confronto con la palla di fuoco che cade nella
foresta della Zambia o nel mare dell’Africa.
“Padre, si metta lì
bene, punti il suo sguardo sul mio obiettivo, prenda in mano il sole,
vedrà che meraviglia”. Mi trovavo sulla spiaggia di Lima dopo essere
sceso dalla collina san Cristoforo, con ancora negli occhi il grigiore
del panorama.
Mi guardo
attorno, noto fiori, un lungomare ben attrezzato, gente che vola con
parapendii colorati sospinta dal vento che schiaffeggia la spiaggia e fa
la gioia dei surfisti. Sono le 17 circa e il sole sta calando,
abbastanza in fretta, in mezza all’immancabile nebbiolina e a qualche
nube. È primavera e i colori sono tenui, predominando un rosa simpatico.
Scettico, seguo le
istruzioni della giovane fotografa, mettendomi di spalla al sole,
alzando un braccio, mirando all’obiettivo con quel pizzico di nervosismo
che a volte nasce quando ci si mette in posa.
E clic, è
fatta, no, riprovi ancora, si può verificare subito, i colori sono
belli, il contrasto con l’azzurro è perfetto, ma la mano non stringe
bene il sole, un’altra prova ma il sole se ne va, mi è scappato di mano,
pazienza.
Si salva sempre
il sorriso e l’azzurro della maglietta.
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73 anni
foto presa da Facebook " San Francesco di Assisi"
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Verso il 2014
Soffiando, per
spegnere la candelina del compleanno, occorre esprimere, segretamente,
un desiderio. Non sogno uno o dieci anni in più, mi basterebbero sette
mesi per arrivare al traguardo dei 50 anni di sacerdozio, a fine giugno
2014. Il calendario parrocchiale è già pronto, elegante, ogni mese con
il volto di Cristo tratto da capolavori artistici del mondo.
Così mi preparo a
vivere il clima natalizio, augurando gioia e serenità a tutti, sempre
ritrovandoci nella grotta di Betlemme per la Messa di Mezzanotte, con il
gioco dei fusi orari. Gesù Bambino è pronto a rinascere a tutte le ore,
per la gioia di piccoli e grandi.
La mia NOCHEBUENA
sarà alle 21, corrispondente alle tre del mattino del giorno di Natale
in Italia.
L’augurio lo prendo
da un grido spontaneo che da un mese un uomo ripete al termine della
Messa del mattino: “Cristo te ama, María tambièn”.
Con l’amore di Gesù e
Maria, auguro a tutti i “tifosi” di www.sullarcadinoe.it Buon Natale
2013 e Buon Anno 2014.
Don Antonio Colombo
Huacho, 10 dicembre
2013
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