onda dal pacifico n. 19 |
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Tutti, tutti a scuola La voglia di imparare Sono fuori tempo massimo nel parlare di scuola, mentre in Italia già sono tutti in vacanza. Qui sta finendo il primo trimestre e già suonano i primi allarmi per chi studia poco. A Huacho si trova una scuola ogni 100 metri, anche meno. I dati ufficiali del censimento del 2007 parlano di 55.442 abitanti di cui 18.800 studenti! Nel Perù la scuola è obbligatoria a partire dai 3 anni fino ai 16, l’età in cui uno studente può iscriversi all’Università. Si inizia con il centro di stimolazione precoce o Programma di wawa wasi che ricevono bimbi di 6 mesi che hanno terminato l’allattamento diretto. Tanti asili nido fanno una campagna elettorale, vivace e a tappeto, per accaparrarsi i piccoli dai 6 mesi ai due anni.
vieni da noi! Ecco un prospetto delle scuole nella sola Huacho. Livello iniziale dai 3 ai 5 anni, con 6 scuole statali e 8 private. Livello elementare dai 6 agli 11 anni, con 3 scuole statali e 6 private. Livello secondario da1 12 ai 16 anni, con 6 scuole statali e 22 scuole private. Per ragazzi disabili, due Scuole speciali statali. Quattro sono le scuole per ricuperi o corsi accelerati, adulti compresi. Balza subito all’occhio la parola “privata” che la fa da padrone come numero e qualità. Chi sono questi “privati”? La Chiesa cattolica è ben impegnata in questo campo soprattutto con i Maristi, i Mercedari e le Suore Domenicane. Esistono poi scuole gestite direttamente dalla Diocesi e dalle parrocchia. La maggioranza però delle private sono “laiche” nel valore positivo del termine che certamente non escludono i valori religiosi come si nota anche dalle loro feste di anniversario che iniziano sempre con la Santa Messa, preferibilmente in Cattedrale.
una scuola privata Lo Stato vuole recuperare terreno soprattutto per dare una modernissima e degna sede alla scuola Julio Xammar che conta 4000 alunni, provenienti anche dalle montagne. Nel progetto in corso dovrà essere una scuola modello a livello nazionale; lo spero proprio, ricordando la sua struttura ora decadente.
collegio xammar, un sogno Certo Huacho ha un bel movimento di studenti, genitori, maestri, professori e centinaia di taxista e migliaia di scatenatissimi mototaxisti che mobilitano la scolaresca dalle estreme periferie verso il centro. Ogni scuola (colegio, in spagnolo) ha rigorosamente la sua divisa, con i suoi colori e stemmi, da quelli costosi di alcune private a quelli semplici degli statali. Così variano i costi dai 250 soles ai 50 soles, senza contare tutte le spese per i libri, la tuta da ginnastica e il vestito di gala per le sfilate ufficiali. Non tutti ce la fanno, anche con salti mortali per fare quadrare i bilanci familiari. L’inizio dell’anno scolastico è sempre ai primi di marzo e si conclude a metà dicembre, con orario dalle 7.30 alle 15. Ogni mattina alle 7,20 incontro il piccolissimo Manuel (tre anni) che con la mamma e il suo piccolo zainetto entra in Cattedrale a salutare Gesù, prima di correre orgoglioso verso la sua scuola.
Manuel alle 7,20 Ai primi di giugno ho accompagnato la peregrinazione della statua di san Domenico Savio a una scuola elementare privata intitolata a San Giovanni Bosco. Trecento piccoli ci ricevono cantando a Maria Ausiliatrice, guidati dalla loro direttrice. E’ una scuola laica che ha scelto di seguire i metodi pedagogici del santo torinese! Con che attenzione mi ascoltavano e con che spontaneità hanno continuato a pregare e cantare guardando a questo giovanissimo santo che metteva in mostra - in italiano – il suo proposito: “La morte ma non peccati”. Per tutta una settimana, questa statua passerà di scuola in scuola, scortata da giovani universitari della nostra parrocchia.
tutti attenti Parlare delle strutture, della didattica, delle varie problematiche, degli alunni stessi, un’altra volta... Certo esiste una vera attenzione nelle famiglie e tanta buona volontà nei ragazzi, con pochissimo abbandono scolare. Loro sono davvero il futuro del paese. |
A scuola di don Bosco
accolgono San Domenico Savio
amici italo peruviani
andrà al nido
l'aquilone
piccolissimi peruviani
Manuel prega e studia
il primo della classe |
Mensa popolare rinnovata Sulla lavagna spiccava un grande ‘Gracias’ alla parrocchia dei Santi Cornelio e Cipriano di Cerro Maggiore per avere reso possibile un sogno: dare colore e calore alla mensa che accoglie nipotini e nonni per un buon pasto caldo, ogni giorno. Le pareti, le luci, i pavimenti in maiolica dei bagni, i tavoli, le tovaglie, le cappe aspiratrici sopra i grandi fornelli, una quota per la frutta due volte alla settimana e un mini locale per la biblioteca dei bambini, tutto grazie alla provvidenza cerrese.
Immedesimandomi alla cultura locale, ho benedetto il rinnovato locale con tanti di padrini (anche per i bagni), il brindisi con un bicchierino di vino rosso dolce, la torta, un ballo tradizionale e vari brevi discorsi, compreso quello dell’imbianchino. Erano più di cento commensali con volto felice. La maggioranza è formata da uomini maturi, con o senza pensione, che continuano a fare piccoli lavoretti come venditori ambulanti che si muovono per la città con vecchie biciclette (una è della storica Bianchi italiana), con tricicli o semplicemente camminando in modo infaticabile. Alcuni mesi all’anno ci sono anche dei ragazzi lustrascarpe che scendono dalle montagne.
una madrina Non manca mai qualche mamma o nonna con bambini piccoli dagli occhi vivaci e con tanta fame. Mi stupisce sempre il sorriso contenuto, ma sincero di Veroníka, una signora oltre gli ottanta, che arriva sempre per prima, si siede sempre allo stesso posto, aspettando tranquillamente i suoi due piatti del pranzo, non senza aver dato un saluto incoraggiante alle due infaticabili cuoche, soprattutto quando friggono il pesce appena uscito dalle acque del vicinissimo oceano.
le madrine della cappa E’ in corso anche il potenziamento della piccola farmacia parrocchiale che si sta trasformando in ambulatorio, grazie all’arrivo a sorpresa di un contributo della Coop Altomilanese, sempre di Cerro Maggiore, il paese dei miei primi passi sacerdotali tra la gioventù.
farmacia parrocchiale
che sorriso |
grazie, Cerro
in attesa del pranzo
si mangia
brindisi
per la televisione
piccolo ambulatorio
danzatori per la festa |
Fatima batte Lourdes Per rispetto alla Madonna non dico il punteggio di questa sfida virtuale tra la Madonna di Fatima e la Madonna di Lourdes. Un po’ mi dispiace dirlo, ma Lourdes, Bernardetta, l’acqua dei Pirenei e gli ammalati dei treni speciali qui non sono proprio conosciuti. La festa del 11 febbraio è nettamente superata da quella del 13 maggio di Fatima. I bambini dell’asilo cantano con gusto la canzoncina ai tre pastorelli e le mamme la usano come ninna nanna per i loro piccolini. Di conseguenza, il mese di maggio diventa il mese della Madonna di Fatima, onorata in chiesa e anche nelle case o scuole dove passa portando il suo messaggio di pace e di amore. Anche la messicana Madonna di Guadalupe deve cedere il passo quando ogni 13 del mese si celebra la Messa di Fatima con la processione breve nella piazza centrale. Non importa se la portantina, piccola e leggera, è sulle spalle di poche, ma intramontabili devote che cantano tranquillamente Ave, ave, ave Maria ad ogni angolo. L’ultima domenica di maggio sono riuscite a convincere varie confraternite ad appoggiarle, così da poter fare la processione solenne con la statua grande e l’accompagnamento di una banda musicale. Una devota ha regalato alla Madonna un manto nuovo, bianco ricamato in oro. Dal cielo Lucia, Francesco e Giacinta guardano giù sorridendo all’ entusiasta presidentessa della Confraternita che ha dedicato tutto il mese alla sua “mamma speciale”. La medaglietta dorata di Fatima va a ruba anche nei due ospedali che visito settimanalmente. Una mamma, con la sua piccolina appena nata al fianco, mi dice commossa: “Padre, ho trovato la sua medaglietta sul comodino. Ci ho pensato un attimo e poi ho deciso che questa mia piccolissima bimba si chiami Fatima!”
Madonna di Fatima |
Madonna di Lourdes e Bernadette
Madonna di Fatima, San Giovanni e San Antonio |
Infanzia missionaria e Suor Dalmazia Guardando s’impara. Arrivano missionari in Perù e perché non preparare i piccoli ad essere missionari nel mondo? L’entusiasmo e la creatività di una Suora continua a stimolare i piccoli dai 7 ai 12 anni a “seminare stelle” per i cinque continenti del mondo. Ogni sabato pomeriggio si incontrano una quindicina di piccoli che tra un canto, un gioco, piccoli lavoretti, un ballo e una preghiera imparano a conoscere l’azzurro dell’Oceania e il verde dell’Africa, il rosso dell’America, il giallo dell’Asia e il bianco dell’Europa. Sanno fare il segno della croce nella lingua africana ciniangia e hanno ascoltato con attenzione il racconto di un’avventura di mia sorella Suor Dalmazia, attualmente in Mozambico. L’episodio era riemerso da una vecchia cassetta (ora convertita in DVD) che registrava una sua apparizione alla Televisione Italiana RAI DUE, nel 1993. Nella Messa della Santa Infanzia ho chiamato tre bambini del gruppo all’altare, chiedendo a Ananias, Carlos e Katerina se ricordavano la storia africana. Con spigliatezza incredibile, al microfono e con la chiesa piena, hanno ripetuto uno dopo l’altro che... “Suor Dalmazia camminava per ore ore nella savana verso un villaggio lontano per aiutare un parto difficile. L’accompagnavano dei bambini del Mozambico che erano pronti a dare la vita per lei per difenderla dal leone. Loro hanno sentito il ruggito del leone, hanno preso in mano un bastone, l’hanno messa in mezzo e hanno fatto scudo con la propria vita. Lei non capiva che c’era davvero un leone ed era pronta a scappare. Le dicono di non aver paura, non si deve scappare, si deve andare adagio e se viene il leone si deve gridare tutti insieme. Lei doveva solo stare in mezzo, fidandosi di loro. Il leone non si avvicinò e Suor Dalmazia, piena di paura, riuscì ad arrivare al villaggio e a salvare la vita del bambino e della mamma”. I fedeli in chiesa hanno ascoltato a bocca aperta. Suor Dalmazia aveva concluso l’intervista invitando ad aprire il cuore a Cristo, fare spazio alle persone, fare spazio ad altri popoli, andare alle sorgenti della vita. Con il suo sorriso, mentre già scorrevano i titoli di coda, aggiunse: “ Questa è la mia esperienza, io avrò dato, può darsi, ma certo ho ricevuto tanto.” |
i tre piccoli missionari
Dalmazia con orfana |
Prima Messa di padre Wilfredo In questa corrente missionaria, cominciata dai bambini, sta navigando, sugli immensi fiumi dell’Amazzonia peruviana, padre Wilfredo Santacruz, il primo sacerdote “Fidei Donum” sbocciato nella Diocesi di Huacho. Non importa se ad accoglierlo nella nuova casa parrocchiale sul fiume c’era un bel serpentello velenoso nella doccia! Il sorriso della sua Ordinazione sacerdotale non si è spento, anzi. Da solo un mese è sacerdote, ordinato in Sayan, dopo essere stato per due anni con me nella Cattedrale. E’ sempre emozionante stare accanto a un sacerdote novello quando celebra la sua Prima Messa. Pochi giorni dopo si è messo in viaggio, prima con l’aereo e poi con il battello, due giorni di navigazione verso la sua Diocesi di Requena che ha solo 5 missionari in una vastità immensa nella Selva Amazzonica, ricca di fiumi e di verde, con alcune tribú native nella foresta.
padre Wilfredo Anche questo è Perù, un Perù ancora sconosciuto per me.
selva amazzonica peruviana
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padre Wilfredo e don Antonio
Ordinazione di p. Wilfredo
battello per padre Wilfredo |
Chi va e chi viene Un amico è andato nell’aldilà. E’ una frase antica che ancora esprime il distacco tra un quaggiù e un lassù, che fa sempre rinascere le domande fondamentali sulla vita. Ci ha lasciati Monsignor Carlos Gomez, consumato dalla malattia, all’età di 68 anni. Era il Cancelliere della Diocesi, mentre io ero il suo Vice. Quanti momenti passati insieme nella nostra piccola Curia che si riuniva al lunedì mattina. Con nonna italiana e due anni a Roma Era stato il primo a venirmi a salutare il 28 novembre 2007, poche ore dopo il mio arrivo a Huacho. A dire la verità mi aveva spaventato perché si era presentato tenendo a guinzaglio con estrema naturalezza un cane bulldozer immenso. Grazie alle sue radici italiane, ereditate dalla nonna e due anni di studi a Roma, mi ha dato il benvenuto in perfetto italiano, mettendomi a mio agio mentre io ero ancora un sordomuto davanti alla lingua spagnola.
Mons. Carlos Gomez Tra gli amici che vengono: il giovane sevesino Andrea con un anno di volontariato con Mato Grosso sulle Ande, i genitori brianzoli di Laura, Giuseppe, diacono permanente di Milano e Dario, impiegato. Si chiacchiera volentieri di novità italiane (compresa l’intricata politica italiana) e di amici comuni che sempre si scoprono. Grande gioia per tutti il ritorno, tanto atteso, di don Alberto Bruzzolo, in forma, con qualche pastiglia in tasca. Già è previsto l’arrivo di sei giovani milanesi che pacificamente invaderanno la mia casa nel mese di agosto per i Cantieri della solidarietà. Si cerca di fare del meglio sviluppando il gusto per l’ospitalità. |
Andrea da Seveso
Diacono Giuseppe
Giuseppe e Dario |
I promessi sposi Alessandro Manzoni mi è sempre piaciuto più del difficilissimo Dante Alighieri, però non avrei mai pensato di ripescare dalla mia memoria di liceale il suo romanzo ‘I Promessi Sposi’ per leggerlo con alunni peruviani. La scuola di italiano continua, gli esami del primo trimestre hanno già fatto tremare gli alunni, compresi quelli del quinto hanno che devono scrivere sette righe su personaggi come don Abbondio, don Rodrigo, Perpetua, Renzo, Lucia e quel frate Cristoforo con un passato burrascoso. Una vecchia pellicola, scaricata da Youtube, ci aiuta con l’indimenticabile attore Alberto Sordi nei panni del parroco don Abbondio, che “non era certamente nato con cuor di leone”. Come tradizione extra scolastica abbiamo celebrato la festa della mamma con una buona cena italiana a base di pasta in varie salse, una più appetitosa dell’altra. Tutti gli alunni chiedono il bis nel secondo trimestre, specialmente dopo essere un po’ dimagriti per la giornata sportiva allo Stadio 70, che già si sta preparando a festeggiare il suo primo compleanno con un discreto il bilancio sportivo e ricreativo. L’ambiente è sempre più accogliente, l’erba ha vinto il deserto e le prime piante già superano i due metri. Non si è ancora riusciti a organizzare un campionato di quelli seri, impegnativi che scatenano "il tifo da stadio"! Se son rose, fioriranno.
ricordando un amico
futuro campione
sorrisi sportivi |
che ricordi manzoniani
italiani nel mondo
Italia allo stadio 70
grinta alla Gattuso |
Due processioni del Corpus Domini Non so che aria tira in Italia da quando sono scomparsi le Confraternite del Santissimo Sacramento che reggevano orgogliosamente il baldacchino e davano un tono serio e solenne alle processioni con le loro mantelline rosse su un camice bianco. Giovedì 30 maggio, si è celebrato il momento diocesano del Corpus Domini, con la Messa nella Cattedrale e la processione nell’antistante Piazza d’Armi, la partecipazione delle sei parrocchie cittadine che hanno preparato sei altari con i loro momenti di preghiera e di canti. Il Santissimo era collocato su una portantina, caricata a spalle da sei gruppi di volontari. Momento di incertezza quando ci si è trovati davanti a ben 24 tappeti floreali preparati sull’asfalto, arricchiti da simboli eucaristici preparati minuziosamente, per ore e ore, con la segatura impregnata di colori. Non si aveva il coraggio di schiacciarli, pensando all’entusiasmo degli studenti che li avevano preparati come omaggio per Gesú Eucaristico, l’unico che aveva diritto di passarci sopra, mentre i fedeli camminavano sui lati ammirando i capolavori. Il bis domenica 2 giugno, solo per la nostra parrocchia. E’ sempre un momento forte ed emotivo per me l’ accompagnare la “mia” gente per le strade della città con Lui, il vero amico di tutti e salvatore. Solo un tappeto di fiori, ma con piú persone e grande raccoglimento. Si comincia alle 18 e si finisce alle 22,30, stanchi ma felici mentre Gesù ci guardava dall’alto di un nuovissimo ostensorio alto un metro. Arte e fede sempre camminano insieme.
la Cripta della Cattedrale
/processione Corpus Domini
Facciata della Cattedrale |
creatività
Nuovo Ostensorio
solo per Gesú
neo cresimata con bimbo |
Cinquanta meno uno Un grande traguardo personale si avvicina, sono a meno uno dal compiere i 50 anni come sacerdote. Il numero 49 dice questo con certezza matematica, il prossimo passo si sa quale è, non si può sbagliare a contare. In questi giorni mi è arrivato – naturalmente sul computer – il giornalino dell’oratorio di Cerro Maggiore con foto in bianco e nero del primo campeggio. La foto che più mi è piaciuta è quella della Messa a Calalzo di Cadore nel 1965, una delle prime in lingua italiana, grazie al Concilio Vaticano II, tanto ricordato in questo anno della fede. Sempre con lo stesso calice celebrerò la Messa numero 21.836 il giorno 27 giugno, calice che è sempre sufficientemente grande per accogliere tutte le persone che ho conosciuto nel lavoro pastorale di questi 49 anni sacerdotali, in giro per il mondo. Per stare all’altezza dei tempi, devo includere anche quelli che via internet entrano in questa arca di Noè.
sempre il calice 64 Poi sarà solo questioni di mesi per arrivare alla Messa d’oro nel 2014. Con un saluto a tutti, augurando agli europei una buona estate. Don Antonio Colombo Huacho, 10 giugno 2013
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messa campeggio 1965
messa in vetta |
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