Il varo dell'Arca di Noè e Giuditta

cronistoria  scritta dalla primogenita suor Dalmazia

L'Arca di Noè è stata varata il 29 dicembre 1934 Dolzago, allora provincia di Como, oggi di Lecco.

A bordo vi erano due novelli sposi Giuditta Chiarcossi e Noè Colombo.

Noè era un esperto falegname, Giuditta, Gitta per gli amici, una stupenda sposina, venuta dal Friuli, che aveva viaggiato molto in Italia e conosceva il mondo attraverso i racconti di suo papà, il nonno Antonio che aveva emigrato persino in Australia.

Il 22 dicembre 1935, era una domenica. Dopo la Messa domenicale gli sposi decisero di andare al cinema - erano appassionati, specialmente lui -. Ma quel giorno anche lei voleva assistere ad ogni costo alla proiezione del film su San Giovanni Bosco. Ci furono momenti di esitazione perché… era in arrivo il terzo ospite dell'Arca. Ma a conti fatti, mancavano ancora una decina di giorni all'evento, per cui, subito dopo pranzo, sul calesse del vicino, Gitta  e Noè andarono al cinema ad Oggiono, a tre chilometri di distanza su una strada che allora non era asfaltata!

Sta di fatto che, durante la proiezione, il terzo inquilino annunciò che era vicino, molto vicino, per cui, dopo il primo tempo, Noè e Gitta ripercorsero il cammino verso l'Arca. Nevicava. L'atteso arrivò alle 21: era una bambina e la chiamarono Maria Grazia, quella che un giorno diverrà Suor Dalmazia  e che sta ora presentandosi, facendo memoria di come l'Arca di Noè andò popolandosi con la venuta di altri cinque figli.

Della mia nascita mi raccontavano i miei genitori (la mamma diceva che ero una neonata normale, ma il papà mi ricordava sempre che ero piccola piccola, alta come una bottiglietta di aranciata!!).

Prima dell'arrivo del secondo figlio di Noè e Gitta, passarono tre anni. Era infatti il 4 gennaio 1939, quando mi dissero: "È nato Giovannino!" E mi portarono in camera dei genitori. Mi arrampicai sul lettone, mi avvicinai alla mamma che aveva accanto a sé il fratellino e dissi: "Giovannino, Giovannino bello, guarda la tua Maria Cracina!"

Avevo poi 5 anni quando mi dissero che nell'Arca c'era un altro ospite. Ricordo benissimo quel momento. Era il 6 dicembre 1940. Deve essere stata una bella giornata perché in quel pomeriggio, in cortile, stavo rincorrendo una amichetta, quando la zia Fiorina, sorella di mamma, mi prese al volo e mi disse: "È nato un altro Giovannino". Mi fermai e, senza perdere lo slancio della corsa, risposi: "Cosa vuoi che sia! Tanto io sono sempre la maggiore!" e ripresi la rincorsa. Poco dopo ammiravo, avvolto in fasce, il nuovo arrivato: Antonio.

Nel 1943, quando nacque Ermanna, frequentavo già la terza classe elementare! Avevo notato che, da qualche giorno, veniva nell'Arca, Anna Annetti, la levatrice, con la sua immancabile valigetta dove c'erano i bambini… Parlava qualche momento con la mamma, poi andava via. Ma quella sera ormai buia del 27 ottobre, entrò e salì in camera preceduta dalla mamma. Mi mandarono a dormire dai vicini. Al mattino, ecco la sorpresa: nel lettone della mamma c'era una bimbetta, piccola, piccola, con i capelli neri, neri: compresi tutto Anna Annetti aveva lasciato la bimba alla mamma. Una bambina: benissimo, siamo due a due! 

Il  2 di agosto 1946 non lo dimenticherò mai. Al mattino verso le 7, forse prima, mi svegliarono e mi dissero che la mamma non stava bene e di andare a Costamasnaga, un paese a sette otto chilometri da Dolzago, a chiamare le zia Teresina, in bicicletta. Naturalmente avevo il cuore in gola e corsi il più possibile su e giù per le colline, su quelle strade polverose. Trovai la zia, comunicai la malattia della mamma e, con mio grande stupore, lei non mostrò la minima apprensione. Mi chiese se avevo visto papà Noè. Risposi che lui partiva alle sei, e che andato al lavoro. "Che domanda. Se il papà fosse stato a casa, mica mi avrebbero fatto correre a chiamare lei!" Poi la bicicletta di papà non c'era più, quindi era andato al lavoro. Ancor oggi rivivo l'apprensione e lo stupore che provai nel vedere zia Teresina, affatto allarmata, finire i suoi lavori tranquillamente, porre non so cosa nella borsa… e poi, finalmente, con calma venir via con me,  parlando del più e del meno come se nulla fosse.

Appena entrati nel cortile, nuova sorpresa dolorosa: la bicicletta del papà era accostata al muro, come buttata lì da chi ha avuto fretta. Salii le scale di corse e sul pianerottolo stavano due o tre persone che parlottavano guardando qualcosa. Appena mi sentirono, si girarono verso di me e… mi mostrarono Rosy, una "cosetta" dal musetto piccolo, piccolo, in fasce… era la mia sorellina. Il mistero era svelato! 

L'ultimo a venire a bordo fu Giuseppe il 29 novembre 1948! Di Giuseppe ricordo l'attesa della sua venuta, non il momento esatto della sua nascita, sì quella in cui lo portai in braccio fino alla chiesa, per il Battesimo. 

Giuseppe, l'ultimo arrivato, fu il primo a raggiungere, in un balzo, l'Arcobaleno del Cielo, il 22 luglio 1968,  mamma Gitta  salì con lui Lassù il 21 ottobre 1983. Giovannino li seguì nel Natale 1987 e papà Noè, il 19 febbraio 1989 raggiunse in Dio  mamma Gitta e i due figli. 

Sull'Arca navigano ancora don Antonio, Ermanna, Rosy, Maria Grazia… 

 

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