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 Scintille n.21 dal Perù

A pochi centimetri dallo scontro armato

 

Lunedì  20 luglio 2009

Riunione di emergenza per evitare uno scontro a fuoco.

La fabbrica da zucchero di Andahuasi, a circa 70 chilometri da Huacho, è in fiamme da mesi con due gruppi imprenditoriali che si affrontano senza mezzi termini, coinvolgendo due gruppi di operai per un totale di circa duemila famiglie. Azioni vendute, comprate, la Borsa, le percentuali, i conflitti personali, eccetera, ecc. Tutta una valle verde ricca di acqua e di risorse rischia la paralisi con odio.

Questa mattina alle 8 si era proprio a pochi centimetri dallo scontro armato tra la Polizia nazionale e gli operai di un gruppo che avevano bloccato un’importante strada provinciale.

C’erano già state due riunioni con il Vescovo come mediatore: hanno fiducia in lui e nella forza morale della Chiesa.

Siamo nell’ufficio di Curia del Vescovo Antonio Santarsiero Rosa.

Sono arrivati alla spicciolata, poliziotti, dirigenti, operai. Nota comune è la grande paura stampata sui volti.

Mi trovo presente e prendo alcuni appunti.

Il generale dice: Non possiamo discutere la decisione del Giudice. Ora il giudice ha ritirato l’ordine di  custodia cautelare, però resta la strada bloccata. Io ho l’ordine superiore di sbloccarla, dopo si potrà discutere.

Il Vescovo: è necessario che si sblocchi la strada.

Operaio: siamo stanchi, sono più di due mesi che non riceviamo un soldo.

Giudice: ero presente quando il mio collega ha ritirato l’ordine di sgombero, però l’occupazione della strada è un delitto, questo resta un problema che deve essere risolto immediatamente.

Dirigente: capisco il problema e sono d’accordo.

Vescovo: è necessaria la presenza del Presidente della Regione.

Giudice: so che è pure un delitto non pagare gli operai.

Vescovo: so che gli animi sono esasperati e come Vescovo e come padre so che hanno preso questa decisione forte, perché non si sentono ascoltati.

Azionista: siamo stati costretti alle maniere forti per l’indifferenza delle autorità. Sono contento di questa riunione.

Direttore: la precedente gestione è stata disastrosa. Le famiglie sono alla deriva.  E’ dal 13 aprile che lottiamo perché si faccia giustizia.

Vescovo: ci vuole una commissione che indaghi tutto questo.

Giudice: è un problema sociale grave.

Vescovo: chiamo il Presidente della Regione Lima per telefono per sapere quando ci possiamo incontrare.

Generale: Da Lima stanno esigendo che liberi la strada, lo devo fare come polizia, sono obbligato. Si deve trovare una soluzione a questo conflitto.

Vescovo: “Presidente, ci vuole una commissione a livello di governo”.  “Sì, io ci sto, cominciamo”.

Operaio: lo chiediamo per tutte le mamme che soffrono, per i bambini.

Sindacalista: Grazie Vescovo, è un grave problema sociale. Le chiediamo che sia garante che questa commissione di dialogo sia operativa presto.

Vescovo: chiama ancora il Presidente, assicurando che tutti sono d’accordo. Manca però una parte, manca una mano, come ha detto padre Antonio in una riunione precedente, per fare la pace ci vuole la mano destra e anche la sinistra.

Ingegnere: grazie al colonnello della Polizia che ci e’ sempre stato vicino. Chiedo al Vescovo che venga a trovarci, la gente lo aspetta.

Azionista: preparare subito un documento, siamo pronti a firmarlo.

Dirigente: siamo sempre minacciati, ci sono uomini assoldati contro di noi, vogliamo un servizio permanente nella zona e attorno alla fabbrica.

Gli animi si distendono, un poliziotto tira fuori un computer portatile e in poco tempo prepara il documento.  Si legge, si ritocca e si firma, dopo un caffè e un mini-panino, sono le 14.15.

Dalla Curia stessa  partono i primi ordini, agli operai per sbloccare la strada da parte e ai poliziotti per non attaccare.

Mentre si procede alle firme, parte l’ultima supplica: “ Vescovo, venga Lei a spiegare tutto questo alla nostra gente, è importantissima la sua presenza”.

Vescovo: “ Sì, vengo, sbloccate la strada, alle quattro vi raggiungo”.

Generale: “Anche noi la aspetteremo sul posto”.

 

 

 

“Vieni con me, Antonio”

Così mi dice il Vescovo che ha invitato anche il Vicario Generale Monsignor Alessandro.

Anche l’autista che ci accompagna è teso, non sa dove si incontrerà  il primo ostacolo. Prudenza,  è questa la parola d’obbligo. Ci siamo, ecco i pullman dei duecento ( o cinquecento) poliziotti venuti dalla capitale Lima per sbloccare con la forza la strada. Massi enormi vengono spostati davanti ai nostri occhi. Eccellenza, siamo qua, venga avanti. Deviando a destra e a sinistra tra bulldozer e persone che erano state intrappolate, passiamo il primo ostacolo, poi il secondo per lasciarci guidare a un magazzino periferico della fabbrica dove hanno già radunato i lavoratori in rivolta. Si sente il gelo, si vedono facce molto tese, facce bruciate dal sole dei tagliatori di canne da zucchero, si respira l’attesa di una parola che rassereni un poco gli animi. Tocca al Vescovo, da un pulpito a cielo aperto, spiegare i piccoli accordi ottenuti per aprire un tavolo di trattative. Saranno circa trecento persone, comprese donne e nonne senza peli sulla lingua nel fare domande al Vescovo. Io guardo attorno preoccupato, facendo come da guardaspalle al Vescovo perché intravvedo qualche arma. “Vescovo, andiamo fino alla fabbrica”, chiede la gente con speranza.

Un dirigente si fa garante e anche la polizia conferma che si può avanzare. Altri 20 chilometri superando due o tre blocchi fino a trovarci davanti al ponte in ferro sul fiume Huaura. Impressionante è la barricata costruita per tappare qualsiasi possibilità di sfondamento. Il generale della polizia si ferma a lungo a studiare la situazione, confidando solo nel coraggio e forza persuasiva del Vescovo. Come per incanto a poco a poco si spostano i tre o quattro container della barricata lasciando uno spiraglio per il passaggio del Vescovo che si trova a capo di una speciale processione verso l’agglomerato di Andahuasi (tipo il Villaggio SNIA di Cesano Maderno) che racchiude in sé lo zuccherificio. E’ circa un chilometro di strada che il Vescovo utilizza per ascoltare la gente e darsi conto del pericolo scampato per tutti. Si vede un camioncino bruciato ai bordi della strada.

Il Vescovo non entra nella fabbrica, si ferma sul piazzale e siamo già al tramonto del sole e c’è un’aria fredda, in tutti i sensi. Sbuca un microfono e un altoparlante così che la voce del Vescovo può arrivare a un migliaio di persone, compresi i bambini. Parole che escono dal cuore del Vescovo, preoccupato davanti a tutte le famiglie che da mesi non ricevono la paga, anche se non nasconde che la situazione è molto complicata, essendo due o più poteri in lotta. “Anch’io sarei in piazza come voi, sono stato operaio…”.

Noto che c’è chi sta registrando di nascosto tutte le parole, speriamo che ne faccia uso intelligente (così non sarà, purtroppo). Con le parole di un dirigente alla fine – per quella sera – si depongono le armi, la Polizia ritorna a Lima, la gente alle sue case con la recita del Padre Nostro e la benedizione del Vescovo.

Nella notte, tra un buio che sempre può nascondere agguati, si torna a Huacho con un poco di speranza nel cuore: oggi non è corso sangue.

 

 

 

“Mesa de diàlogo”  

Questo è il termine tecnico ( tavolo del dialogo) che esprime uno sforzo congiunto di autorità politiche, militari, ecclesiastiche, giudiziarie, imprenditoriali e sindacali per ottenere il bene comune nella giustizia e nella pace.

Comincia un lavoro febbrile ed estenuante per il Vescovo per mantenere fede alle parole dette a tutte quelle nonne, mamme, bambini, operai, dirigenti e poliziotti. Il Presidente della Regione di Lima, ingegnere  Nelson Chui,  mette anche lui tutta la sua carica istituzionale e umana per convocare le parti, coinvolgendo direttamente anche il Governo.

Si inizia il 21 luglio e si sospende il 18 agosto con un triste bilancio.

Su un totale di sei incontri io ho partecipato a cinque, sempre per ascoltare solo una parte che presentava le sue ragioni contro l’altra. Solo una volta c’è stato lo scontro diretto che pure aveva lasciato nascere speranze per una gestione compartita per permettere la vendita di 100.000 e più sacchi di zucchero e dare la paga, arretrata da quasi tre mesi, agli operai.

Clima sempre teso fino a giungere a una sparatoria proprio all’entrata della sede della Regione: io mi trovavo a poche decine di metri di distanza…

Clima con un misto di dolore e rabbia che ha portato all’occupazione della Cattedrale stessa, giovedì 30 e venerdì 31 luglio. Coinvolto in modo diretto, per ore e ore ho ascoltato il grido di dolore e visto le lacrime di mamme e nonne che chiedevano un sollievo ai loro disagi e giustizia per le loro famiglie che soffrono da mesi e non vedono un futuro di speranza. Purtroppo ho anche notato quanto odio c’era nel cuore con propositi di violenza fino all’estremo.

Come cappellano dell’Ospedale per tre volte incontro feriti di arma da fuoco e di taglio.

Amaramente si chiude il tentativo di mediazione, tra infinite polemiche, quasi un gioco al massacro.

 Martedì 18 agosto si emette un Comunicato finale laconico. Così il primo punto: “ Motivo: la mancanza di volontà a dialogare delle due parti. Il quarto: si esorta i gruppi a lasciare da parte atti violenti che possono causare la perdita di vite umane”.

 

 

 

 

Il costo dello zucchero

Il punto quattro non è ascoltato, purtroppo.

Giovedì 27 agosto c’è una vera battaglia campale con più di 200 operai che si scontrano al 24 esimo chilometro della strada Sayan – Rio Seco. I giornali parlano chiaro con i loro scioccanti titoli: “Il Sangue arrivò al fiume" – "Il costo dello zucchero" –" Continua il clima di terrore”. Sempre a grandi lettere si parla di un morto e due feriti da arma da fuoco dopo un feroce scontro tra i due gruppi. La battaglia tra i gruppi Bustamante e Wong, che lottano per l’amministrazione dello zuccherificio, procura la sua prima vittima mortale. Un lavoratore è colpito da due proiettili. Giuliano, l’operaio ucciso, aveva 41 anni, sposato con figli. Costernata la popolazione.

Chiudo questo articolo oggi 3 settembre, leggendo il giornale El Comercio ( tipo Il Corriere della Sera) che riporta un primo giudizio del Tribunale secondo cui tutte e due gli azionisti non avrebbero rispettato le regole nell’acquisizione delle azioni, per cui dovrebbero rimettere tutto sul mercato per la OPA, offerta pubblica di acquisto.

Siamo sempre in alto mare…

Così sto vivendo le fatiche della nostra gente, senza dimenticare gli amici sacerdoti milanesi don Emanuele Munafò e don Vittorio Ferrari che vivono proprio nel centro dell’uragano. Quando si vedrà l’arcobaleno?

 

 

 

Notizie brevi

L’ultima scintilla dal Perù parlava del mio 45 esimo anniversario di Sacerdozio. Ora punto alla Messa d’oro!

                      

Le vacanze in Italia aprono le porte ai turisti verso i confini del mondo, Perù compreso.

·         Domenica 26 luglio Monsignor Carlo Redaelli, Vicario Generale di Milano, si è fermato nella mia parrocchia, dall’alba al tramonto, in un vivace incontro con le forze vive del Consiglio Pastorale, dei catechisti, dei giovani con una Messa solenne con la Chiesa piena. “Questa visita ci ha riempito di allegria, ha rafforzato il nostro lavoro pastorale, stimolandoci a scommettere di più in Cristo”, commentò una parrocchiana.  Presente era anche il  dottor Alberto Andreoli, amico dai tempi degli studi in Inghilterra e di apostolato in Africa.

               

don Antonio ed il Vescovo Monsignor Carlo Redaelli

don Antonio e il dottore Alberto Andreoli

 

·         Per un mese state chiuse le scuole e tutte le attività sociali e ricreative bloccate nella lotta di prevenzione alla febbre qui chiamata con i termini medici AH1N1. Sulla rivista parrocchiale ho così commentato: “L’epidemia ha influito sulla vita della Cattedrale non tanto come problema di salute fisica quanto di quella spirituale. Non si da il segno della pace per precauzione, ma ciò non proibisce ai ragazzi di venire a Messa. Sono state chiuse le scuole, non le Chiese!”

·         Sabato 15 di agosto un giovane della parrocchia – Frank Suàrez Minaya - ha ricevuto l’ordine del Diaconato, riascoltando per la millesima volta il canto che più si ripete qui: “Signore, mi hai mirato negli occhi, sorridendo hai detto il mio nome…” Da decenni non spuntava una vocazione e la parrocchia si è stretta felice attorno a lui, a suo papà e a sua nonna 92 enne.

 

·         San Bartolomeo è il patrono della parrocchia e della città perche la storia dice che Huacho fu fondata dagli spagnoli il 24 agosto  1571, giorno liturgico del Santo. Tutto bene per la festa religiosa, ma l’influenza ha smorzato i toni della festa popolare. Sarà per l’anno prossimo con il ricupero anche della festa nazionale celebrata in modo triste, come in tempo di guerra.

 

                         

 

·         Un successo editoriale la rivista a colori della parrocchia, giunta alle sue 306 edizioni, con una redazione alle prime armi, ma carica di entusiasmo e ricca di nascoste capacità giornalistiche. Tutto in casa anche la veste tipografica, con il paginone centrale degno delle riviste patinate: la pala d’altare della cattedrale nel suo nuovo splendore, ricco di tutti i dettagli iconografici.

 

 

 

·         Non c’è limite d’età per i battesimi. Tanto mi era piaciuto versare l’acqua di vita sul capo di un uomo di 80 anni ricco della sua emozione e poi della sua felicità che sprizzava da tutti i pori a una settimana di distanza. Ma si può aspettare fino a 94 anni come quella signora, nata nel 1915, che con un filo di voce ha detto: “Io rinuncio e io credo”, prima di camminare abbastanza sicura fino al fonte battesimale, circondata da figli nipoti e pronipoti fino alla quarta generazione.

Battesimo a 80 anni

  •             Santa Rosa da Lima qui si festeggia nel giorno del suo funerale il 30 agosto, con celebrazioni a non finire essendo patrona di mille scuole e istituzioni, delle infermiere e della polizia. Ma c’è anche un Santo – a me totalmente sconosciuto -che protegge le ostetriche, si chiama san Ramon Nonato, cioè “non nato”. Come cappellano mi hanno invitato, lunedì 31 agosto, a celebrare una Messa in un Ospedale alle 8 e nell’altro alle 11, davanti a una piccola urna di un cardinale. Impreparatissimo perché pensavo a un’altra Messa in onore di santa Rosa, mi sono fatto spiegare velocemente la storia di questo bambino “non nato” estratto con un parto cesareo ore dopo la morte della mamma nel 1200 in Spagna.  Cresciuto bene, era arrivato ad essere eletto Cardinale a solo 36 anni, dopo tante sofferenze patite con i musulmani ad Algeri! Ho proposto di affiancare un’altra protettrice, la Santa Gianna Beretta Molla. Mi darò da fare a cercare un libro in spagnolo sulla vita della santa.

                                                

       Bandiere al vento                                                   Mayumi piccola amica

 

·         Ospiti di agosto un giovane e sei signorine della Caritas di Milano per attività di appoggio a una scuola di bambini difficili e a una piccola casa di riposo per anziani. La loro spontaneità, generosità e allegria hanno lasciato un segno. 

·         Dulcis in fundo a coronare i miei 45 anni di sacerdozio ecco l’arrivo di Giordano e Liliana di Cerro Maggiore, testimoni dei miei primi passi tra i ragazzi nel lontano 1964. Giordano ne aveva sedici e Liliana qualcuno in meno. Avevo benedetto le loro nozze nel 1978, nella prima vacanza dall’Africa. Cambiano i cieli, ma l’amicizia resta. Dopo un lungo viaggio turistico nel nord del Perù, con Mauro e Mariangela, si sono fermati qui solo un giorno, tempo sufficiente per riannodare ricordi e gustare il presente.

   

Scavi di Bandurria: Giordano e Liliana con d. Antonio, dopo 45 anni

 

Mauro e Mariangela

           

ricordando  

 

Giordano e Liliana

                

Cervino Andino

         

lago andino

Don Antonio Colombo

Huacho, 3 settembre 2009

 

le squadre finaliste

vincitori coppa 45esimo

don Antonio, Mons Redaelli, il Vescovo Antonio Santarsiero Rosa 

 

San Bartolomeo

guardando il Santo

in marcia

incenso per il santo

scuola Santa Rosa

v

Cresime

 

 

 

con le autorità

con la banda

buca delle lettere

barca di giunco

Mauro e Mariangela sulla spiaggia di Trujillo

cattedrale di Trujillo

Piazza di Trujillo

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