Home page                                                                                                                                                                                                                                                                                                torna alla pagina di don Antonio

Scintille 27 dal Perú – marzo 2010

Cuori grandi nel mondo

Bambino di tre anni dal Perù all’Italia

La notizia è vera, i nomi sono di fantasia.

Mi aveva messo in sereno allarme una telefonata dall’Italia: “Don, guarda che sta arrivando una mia nipote, Claudia, per adottare un bambino del Perù, ti farò sapere dove, come e quando. Lei si ricorda di te, ma era tanto piccola quando veniva in parrocchia con il suo papà”. “Il Perù è grande tre volte più dell’Italia, ma il mondo è sempre più piccolo, con gioia farò in modo di vederla, prima o poi dovrà passare per l’ambasciata di Lima per sbrigare tanti documenti”.

Il giorno 11 febbraio ho passato quattro bellissime ore in un appartamento del centro di Lima con Claudia, la mamma felice di un nuovo bimbo, José, di tre anni che arricchiva di colpo la famiglia che godeva già di una vivace ragazzina di sei anni, Susanna.

Claudia non è più una ragazzina, nel suo volto ci sono tracce dei suoi genitori che ben ricordo. Commossa mi presenta suo marito Stefano e subito il clima è gioioso.

Già si stuzzicavano i due figli, con piccole gelosie di Susanna e una gran voglia di imitare in tutto la sorella da parte di José che parlava soprattutto con i suoi grandi occhi innocenti. Per lui erano i primi giorni di affetto familiare, dopo tre anni di orfanatrofio.

E’ mezzogiorno, ci mettiamo a tavola. Claudia ha preparato una spaghettata squisita e poi prosciutto con fette di papaia, condito da un buon vino peruviano. Tra un boccone e l’altro (con una sbirciatina ai figli che sono sul divano guardando i cartoni animati) mi parlano della loro storia d’amore, della loro bimba e della decisione condivisa di adottare un bimbo, da qualsiasi parte del mondo potesse venire.  Dopo quattro anni di cammino tra esami, colloqui, fatiche e speranze (qualche difficoltà con i nonni) ecco la telefonata: “C’è un bimbo di tre anni nella zona amazzonica del Perú”. Uno sguardo su internet per localizzare una cittadina sull’immenso fiume del Rio degli Amazzoni che scende dalle Ande e poi il volo dal freddo gennaio di Milano al caldo tropicale di quella località. Sento anch’io, nel racconto, il brivido del primo abbraccio dei nuovi genitori con José, mentre la sorella “maggiore” scruta incerta il nuovo fratellino con cui dovrà condividere il cammino.

Dal divano il piccolo José mi lancia alcuni sguardi curiosi, mentre Susanna, in perpetuo movimento, esegue una perfetta piroetta, frutto del corso di danza a cui partecipa.

Si fermeranno a Lima per pochi giorni ancora, mentre l’associazione delle Adozioni provvede a tutte le pratiche per preparare la carta di identità del piccolo José che prende il nuovo cognome italiano. Vedo un bel futuro per questo piccolo notando i cuori grandi di questa giovane coppia  che ha allargato anche i muri della loro casa milanese per avere una stanza in più per il nuovo figlio. Non vedono l’ora di tornare in Italia, arricchiti del nuovo bimbo e serenamente pronti ad affrontare le sfide educative che ogni nascita comporta. I nonni e gli zii li stanno aspettando a braccia aperte.

Alcune foto, una benedizione e poi via veloce all’appuntamento con il mio cardiologo. L’incontro con la famiglia dal “cuore grande” ha influito positivamente anche sul mio cuore, con soddisfazione del medico stesso.

I buoni esempi, semplici e nascosti, rendono leggero il cammino della vita.

 

 

 

 

 

 

 

Lima

il buon esempio

Cappella dell'ospedale

il crocefisso è di Carlo di Giussano

Una piccola farmacia parrocchiale

E’ tempo di Quaresima e l’attenzione verso chi è povero deve aumentare e farsi aiuto concreto nei campi più svariati delle difficoltà che la gente affronta ogni giorno.

Ne ho fatto esperienza diretta nel comperare una bomboletta spray per combattere principi di asma al modico costo di cinque euro, mentre nella farmacia pubblica per la stessa medicina, a parità di marca e dose, me ne aveva chiesti cinquanta.

Sto parlando di un’attività sociale chiamata “farmacia parrocchiale” proprio inserita nella pastorale diocesana, ai piedi del campanile di San Bartolomeo. Ha tre anni di vita, due locali, due volontarie affiancate da medici pure volontari. Tutto con le caratteristiche di ogni buona farmacia, con le sue vetrinette, le medicine divise per categorie, soprattutto a prezzi veramente modici. Non è necessaria la ricetta medica, tocca alle impiegate valutare, dare consigli, favorendo in tutti i modi il cliente, specialmente il più bisognoso che può ottenere un ulteriore sconto, magari con medicine gratis frutto di donazioni. Zoila e Violeta un sorriso lo trasmettono a tutti, magari conversando amabilmente in attesa dell’arrivo dei dottori. Si sono ritagliati due piccoli spazi per un medico di base, uno psicologo, un chirurgo e un dentista con la sua poltrona classica. I medici arrivano sempre nel tardo pomeriggio, per loro si paga una quota minima e si vede dalle code che si formano che godono di stima e fiducia. Il più gettonato mi sembra lo psicologo, anche per terapie di coppia, attardandosi fino alle 9 di sera.

Per tutti la farmacia parrocchiale (Botequin) è aperta ogni mattina e ogni pomeriggio, sabato escluso. Da lì nasce la coordinazione per campagne straordinarie o promozionali per la vista, i bambini e gli anziani.

Come si sostiene? Con l’oculatezza di una mamma di famiglia!

 Il Vescovo ha posto il capitale iniziale, un volontario spagnolo coordina gli acquisti per le sette farmacie diocesane, ognuno poi deve saper gestire con precisione anche gli spiccioli. La barca va, solo con i suoi remi, ma va.  Ci vorrebbe qualche motore per arricchire la gamma dei medicinali e avere qualche strumento più moderno perché l’ecografo ha più di venti anni.

Quante volte, purtroppo, si deve dire: “No, questo medicinale non l’abbiamo, è fuori delle nostre possibilità”.

Resta il grazie spontaneo delle 40 persone che in media approfittano di questo servizio, giorno dopo giorno, senza bisogno di esibire documenti né religiosi né civili.

Per tutti il clima è di famiglia nella piccola sala di attesa che ha un televisore, un divanetto, una poltrona e naturalmente il tavolinetto al centro con qualche rivista. E’ l’ambiente ideale per Zoila che è anche assistente sociale e ascolta con dolcezza la gente che apre il cuore non solo per sapere a che ora deve prendere una pastiglia, ma anche come affrontare le fatiche della vita di famiglia con le nuove sfide educative che la vita moderna presenta. 

In un quadro appeso nel salottino si parla della “Clinica dell’anima” con il cuore come campo specifico, trattato direttamente dal primario che è il Figlio stesso di Dio a cui nulla è impossibile.

Per accedere a questa Clinica è necessaria solo la fede.

 

 

una consulta medica

vetrina del Botequin

Liliana con l'elettrografo

una farmacia speciale

Vacanze utili alle spalle

Lunedì primo marzo, tutte le scuole statali hanno aperto il nuovo anno scolastico. Tanti si sono presentati con i volti abbronzati grazie ai giorni di sole goduti sulle spiagge dell’Oceano. Qui non esiste l’oratorio feriale caratteristico della Diocesi di Milano, ma ci sono altri modi di riunire i ragazzi per le “Vacanze utili”, organizzate dalle scuole stesse o da gruppi ricreativi. Un tentativo ben riuscito è stato quello della nostra parrocchia con corsi di musica, danza, matematica, inglese, bigiotteria, sport e catechismo, con un totale di 60 ragazzi tra mattina e pomeriggio. Giovani universitari, mamme e professori volontari hanno formato l’equipe guida con Sonia e Maria a fare da coordinatrici. Certamente i ragazzi non si sono annoiati, nemmeno facendo matematica. Ho scoperto che la manualità nel fare collanine o rosari non ce l’hanno solo le bambine. Nel corso di musica con Ernesto è stato bello vedere gli artisti in erba passare dal piffero all’armonio, toccando le corde di una chitarra, tirando fuori anche una buona voce per il concerto di chiusura. Il premio per il corso più vivace e partecipato va alla danza degli adolescenti: sudavano senza stancarsi con risate schiette degne della loro età, ascoltando i suggerimenti della maestra che arrivava sempre con dieci minuti di ritardo, parcheggiando tranquilla nel cortile la sua moto antidiluviana ma sicura.

Si meritavano un premio: la gita al mare. Non ne è mancato uno. A dire la verità sono mancato io, avevo tanta voglia di andare con i ragazzi, ma il sole come l’altura sono un rischio che non mi posso permettere. Li ho visti partire ben sistemati su due pulmini, sotto la guida attenta del giovane padre Manuel che tornava alla sua città e alla sua spiaggia di Barranca. Li ho visti tornare con le facce rosse e tanta gioia negli occhi, chiedendo alle coordinatrici: “Quando ci incontreremo ancora?”

duetto

 

lavoretti

corso di musica

corso di danza

 

Terremoto in casa del vicino

L’isola di Haiti si trova nella punta alta del continente dell’America Latina, mentre il Cile è proprio il vicino di casa, quello che non ti piace per le ferite della storia, soprattutto di una guerra di invasione del 1879 - 1884 che ancora non si dimentica.

Il terremoto di sabato 27 febbraio del valore di 8.8 della scala Richter non si è sentito a Huacho se non nell’effetto secondario del mare che si è mosso un po’, ritirandosi di tre metri sulla spiaggia. L’allarme vero é scattato per le tante persone da qui emigrate in Cile in cerca di lavoro. Ore e giorni di paura per alcune famiglia, ma non sembra ci siano lacrime da versare.

Quando toccherà al Perú? Questa è la vera domanda che ognuno si pone nella mente e non osa esprimere. Si dovrebbe prendere sul serio le prove antisismiche pure programmate dalle autorità e accelerare la costruzione di case in cemento armato. Il Presidente Garcia è tornato molto scosso dalla visita al Cile piegato in due, annunciando la creazione immediata di un programma antisismico a livello nazionale, pronto a comperare il sistema satellitare per l’allarme tsunami.

La mia Cattedrale in cemento armato è ancora in fase di ricostruzione dopo 40 anni dal terremoto che aveva distrutto la precedente in stile coloniale spagnolo con travi e colonne di legno. Spiccano all’interno sei cartelli, impastati sulle massicce colonne, con una grande S per ricordarti: “In caso di Sisma rifugiati qui”!

 

 

giocando sulla spiaggia

occhioni di bimbo

La Settimana Santa bussa alle porte

Sempre alla ricerca del linguaggio vivo della gente, mi sembra di capire che il termine più chiaro per indicare la Pasqua sia la parola ‘Settimana Santa’, che esprime meglio tutto il susseguirsi dei riti e delle processioni che iniziano con la Vergine dalle sette spade del venerdì 26 marzo fino alle ore 4 della mattina di Pasqua. Nel calendario nazionale sono dichiarate giornate festive il Giovedì e Venerdì Santo, non il lunedì dell’Angelo.

Sono sette le confraternite che effettueranno delle processioni nell’arco di quei giorni, con centinaia di persone coinvolte direttamente nel preparare programmi dettagliati sia per la liturgia interna alla Cattedrale che quella esterna per le vie della città.

Sette saranno le Statue che cammineranno lentamente e solennemente per ore e ore, incrociandosi e salutandosi lungo percorsi ben definiti. Ognuna di queste “immagini” riceverà omaggi floreali e ascolterà preghiere e poesie, sempre con la fede che ti dice che sono davvero i personaggi del Vangelo che entrano nella tua vita, nei tuoi dolori e nelle tue gioie.

Rischiavo di dimenticarmi del gruppo degli “Aquilotti” che da 25 anni, ogni lunedì santo, mettono in scena “Vita e Passione di Gesù di Nazareth”. Sono 50 attori, soprattutto giovani, che sera dopo sera per due mesi, vivono le pagine del Vangelo per poterle trasmettere con freschezza.

 

Al nostro gruppo sacerdotale non manca il lavoro per interiorizzare i valori di tutte queste tradizioni di fede popolare, cercando di smussare le frizioni nei gruppi, per celebrare con gioia la Pasqua, cioè il passaggio di Gesù in mezzo a noi.

Con ansia e fede anch’io punterò la sveglia per celebrare puntuale alle 4 di mattina la “Messa del Gallo” prima che spunti l’alba del nuovo giorno della Pasqua 2010.

tramonto sulle isole

 

in piscina

sulla spiaggia

il cigno

schiuma dell'Oceano

A tutti gli amici l’augurio di Buona Pasqua, Feliz Pascua 2010.

Don Antonio Colombo 

 

 

 

 

Huacho, 6 marzo 20101

 

 

P.S. Ieri una leggera  scossa di terremoto  alle 17.05 di giovedì  in Huacho                                                                                                                                                                                                                   verso il tramonto

torna alla pagina di don Antonio