Boom edilizio a Huacho
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Dal palazzo alla capanna Non sono molto esperto negli indici analitici per fissare lo sviluppo di un paese, ma l’esperienza mi dice che, dove si muove il mattone, dove si costruiscono case e palazzi, lì c’è un’economia in crescita. gru e mare A Huacho sono tanti i cantieri aperti sia pubblici che privati: il palazzo regionale, il municipio, il seminario, un centro commerciale, tante case in muratura e centinaia di “capanne di paglia” nel deserto. Il Palazzo della Regione di “Lima-provincia” spicca per il suo colore giallo in una chiazza di deserto rossiccio. Una costruzione moderna per un’altezza di tre piani (non ventitré come il Pirellone di Milano) con cinque grandi vetrate scure sulla facciata, sovrastata dal serbatoio per l’acqua. Costruito nel giro di un anno, ora aspetta solo la data dell’inaugurazione che certamente sarà prima delle elezioni del 3 ottobre, come simbolo del lavoro del Presidente Nelson Chui che spera di essere rieletto per altri quattro anni. I lavori li ho solo visti da lontano, passando da quelle parti in pullman ogni quindici giorni nel mio tradizionale viaggio a Huaral per le Suore di Clausura. Nessuna gru, un escavatore, qualche camion, poche impalcature e tanti operai che lavoravano senza interruzione di sorta. Là dove c’era il deserto ora sorge un palazzo giallo, simbolo di una regione in crescita. palazzo regionale Il Palazzo del Municipio è nella fase finale, ma quanta fatica e quanti contrattempi nell’arco di quarant’anni. La data è segnata dalla storia, cioè dal terremoto del 1970 che ha fatto crollare la Cattedrale e il Municipio situati nella stessa piazza centrale. La prima pietra è stata collocata tre anni fa dopo lotte per sgombrare il terreno da venditori abusivi. Non sono mancate le contestazioni per gli appalti con l’alternanza di sette imprese costruttrici e per finire è arrivata anche la morte del Sindaco Zurita. Ora è certa la data d’inaugurazione, mentre stanno preparando la lapide per intitolarlo proprio a Pedro Zurita Paz: il 23 agosto, vigilia di San Bartolomeo, patrono della città di Huacho. Anche qui tutto con pochi mezzi tecnici, ma con capacità manuali degne di ogni buon muratore bresciano o bergamasco. Costruzione massiccia che sfrutta anche tutto un piano sottoterra, curando le fondamenta perché poggiano direttamente sulla sabbia del deserto. Con la larghezza di 30 metri, lunghezza di quaranta e altezza di tre piani, dovrebbe riuscire a riunire tutti gli uffici che ogni buona amministrazione comunale deve avere, dall’anagrafe alla sala del Consiglio senza dimenticare un ufficio un po’ lussuoso per il Sindaco. Già spicca la scritta: “Municipio provinciale di Huaura - Huacho” opera artistica in gesso di Teoarte che ha curato gli stemmi floreali. Il colpo d’ala è dato dal progetto “Plaza del Sol”, un centro commerciale degno di tale nome, comprendendo anche le classiche multi sale cinematografiche. Non per niente si è scatenata una vera e proprio guerriglia urbana per l’appalto con scontri tra due sindacati edili e i muratori di un’impresa. Il bilancio é di vari contusi e feriti e di una quasi invasione della Cattedrale. Non so quale accordo sia stato raggiunto, certo il lavoro procede senza più bisogno della protezione della polizia anti - sommosse. Il nuovo centro commerciale sorge in una bella posizione lungo la spiaggia dell’Oceano, sostituendo una fabbrica in disuso che produceva vari tipi di olio. Qui i macchinari e i ritmi mi richiamano quelli della costruzione della zona Bicocca – Pirelli di Milano. Deve essere pronto per marzo 2011 e mancano solo otto mesi per raggiungere il traguardo. Due enormi e moderne gru già spiccano nel cielo, una gru mobile allunga il suo braccio, betoniere sfornano cemento armato, trailer di origini americane, tedesche, giapponesi, coreane e brasiliane trasportano tutto il materiale necessario. Tondini di acciaio di varie misure sono utilizzati per le armature, partendo da blocchi quadrati poggiati sempre sulla sabbia del deserto come basi per i pilastri portanti. I duecento operai, tecnici ingegneri e architetti non si sono fermati neanche nei giorni “sacri” della festa nazionale per l’Indipendenza. sulla piazza “Cosi non dovremo più andare a Lima a fare la spesa…” commenta la gente, meravigliando di tanta velocità costruttiva. Il vero segno di sviluppo è dato dalle case private che nel centro si rinnovano, abbattendo le pareti di mattoni di fango per sostituirli con quelli veri, innestando pilastri in cemento armato. Qui basta un vero muratore e un garzone per operare il miracolo, chiamando aiuto solo per la gettata dei pavimenti e delle solette. La voglia di casa sta nelle invasioni del deserto, fenomeno tutto nuovo per me. Le vendono dappertutto queste stuoie intrecciate di giunco che cresce nelle paludi d’acqua dolce lungo l’Oceano. Misurano 4X4 metri e con cinque di esse si costruisce una casa, provvisoria, ma casa. Si trasportano in una notte, secondo un piano segreto (ma non troppo), si piazzano su un quadrato del deserto, prendendoti quasi automaticamente il diritto di proprietà. Subito sii mette la bandiera del Perú sul tetto per dire che anche tu hai diritto a una casa, ma sei anche pronto a seguire le leggi dello Stato. Il giorno dopo arriva la Polizia, arriva il giudice e quasi sempre tutto finisce bene con una prima tacita approvazione, m qualche volta finisce male, perché il terreno aveva già un proprietario o un piano comunale diverso. invasione In questi mesi sono spuntate qua e là centinaia di queste strane capanne gialle, preferendo il deserto attorno al Palazzo Regionale e calcolando che in tempo di campagna elettorale nessuno ti caccia via perché nessuno vuole passare per “il cattivo della pellicola", come qui si dice. Nel boom edilizio si muove anche la Diocesi che ha iniziato il Seminario e che sogna di ricostruire le torri del pre-terremoto della Cattedrale. Ma sarà per un’altra puntata, un’altra scintilla.
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armature in acciaio
cinque vetrate
enorme gru
angolo
tralicci
tra le palme
avanzano i lavori
bandiera peruviana |
Una Prima Messa nata in parrocchia ora sacerdote Da sabato 17 luglio il giovane parrocchiano Frank è padre Frank Suárez Minaya. Il rito è sempre lo stesso in tutto il mondo cattolico: chiamato per nome, risponde “presente”, si stende al suolo per quindici minuti al canto delle litanie e poi i passi veloci con la promessa di obbedienza, le mani del Vescovo sul suo capo, le mani consacrate con il crisma, la vestizione con la casula e la consegna del calice e della patena. Da quel momento è sacerdote per sempre e con il Vescovo e gli altri sacerdoti può pronunciare le parole della Consacrazione: “Questo è il mio Corpo…”.
entrata
Presenti i familiari, guidati dal papà e dalla nonna (è orfano di mamma), presenti sei sacerdoti spagnoli di Valenza, dove sta studiando diritto canonico, presenti sacerdoti, seminaristi, suore e un discreto numero di fedeli che applaudono e con fede si mettono in fila per baciare le sue mani profumate dal sacro crisma. Non manca il pranzo e la torta per quasi 300 invitati.
prono all'altare predica Il calore della festa si sente di più domenica 18 luglio con la sua Prima Messa. I ragazzi della Prima Comunione si erano impegnati con un disegno, quelli della Cresima con un’intervista al candidato e i gruppi parrocchiali con un’autotassazione: “E’ uno dei nostri e ci sentiamo onorati e orgogliosi”. Nessuno si tira indietro, anzi. Parte alle 17 da casa sua con tanto di banda musicale e palloncini con una sfilata che ricorda quella del Cardinale Tettamanzi nel 2008. I giovani lo accolgono nell’atrio della cattedrale, prima che padre Frank si raccolga in silenzio per cinque minuti, troppo grande è il momento che sta vivendo.
in raccoglimento
La Cattedrale è strapiena, oltre mille persone, venute con spontaneità e serena allegria sentendo la presenza di Gesù che ancora chiama giovani al suo seguito. Padre Frank ha ventotto anni e con voce tenorile canta le parole mistiche della Consacrazione, mentre scende un silenzio pieno di fede e commozione. Tutti desiderano ricevere la Comunione dalle sue mani, a partire da Luisa la madrina italiana, e tutti sono pronti a mettersi un’altra volta in fila per baciare le sue mani consacrate e soprattutto per gustare da vicino il suo sorriso stupendo.
la banda
E’già buio ma 600 persone si fermano per la festa nel cortile della Cattedrale, senza lamentarsi del freddo inverno peruviano, la musica scalda i cuori, un piatto di carne ben cotta riempie lo stomaco e si respira aria di serenità e amicizia. Tutti volontari sia i cuochi – che hanno lavorato tutto il giorno - che i camerieri che servono con brio e ordine, mentre la gente ammira due giovanissimi si esibiscono in danze folcloriche accompagnate dal ritmo di strumenti e dal battito delle mani.
danza C’erano tanto giovani alla festa, chissà se da lì sboccerà un’altra vocazione, senza aspettare altri cento anni!
visto da un bambino |
consacrazione mani consacrazione mani e sguardi con un amico con suo fratello incontro fedeli attenti madrina e nonna insieme sacerdoti della cattedrale
chitarra piazza d'armi sfilata |
Assaggi di cibi italiani donne di cusco
Nei giorni 28 e 29 luglio di ogni anno il Perù celebra la sua indipendenza dalla Spagna dall’anno 1821. Lo scorso anno 2009 tutto era stato in sordina per combattere la febbre di origine messicana, Quest’anno si è recuperato in gioia, sfilate, passeggiate, musica e naturalmente qualche birra in più.
La “mia” scuola d’italiano ha partecipato alle celebrazioni con una cena speciale: assaggi di cibi italiani. Tutto a base di pasta con otto portate: cannelloni alla bolognese, pasta al pesto alla genovese, polenta e puccia alla bergamasca, lasagne alla parmigiana, lasagne all’emiliana, pizza alla napoletana, gnocchi alla romana e pennette alla marchigiana. Due sono stati i dolci, uno peruviano di mazamora morada di mais scuro e la torta di marmellata della nonna, ricetta proveniente da Recco in Liguria. lasagne
Chi ha cucinato? Gruppi di suore italiane, la cuoca Carmen, un ristorante dal nome Genova e Maura peruviana con dieci anni a Pesaro. Ottimo il clima dei 55 partecipanti, che sono cresciuti di almeno un chilo a testa. “Ci vorrebbero più spesso lezioni così, sono più gustose dell’arida e difficile grammatica italiana!” Pavarotti e Bocelli hanno fatto da sfondo musicale per poi lasciare spazio agli alunni stessi che hanno cantato Volare e Madonna Nera. mamme felici Ultimo frutto delle offerte degli amici: poter donare giocattoli ai bambini dell’Ospedale del Seguro, con grande gioia del personale medico, delle mamme e naturalmente dei piccoli stessi. per un sorriso Un sorriso non fa mai male, anzi.
Don Antonio Colombo
Huacho, 2 agosto 2010, compleanno di Rosy
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sorrisi cuschegni pranzo all'italiana con cristina con i bimbi con lo staff |
notturno |
tramonto sul mare |