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Spigolature dal Mozambico

L'ALLUVIONE   

Carissimi,

con  tutto il cuore a me e a voi auguro di vivere intensamente la gioia di una Santa e gioiosa Pasqua di Resurrezione.  

Vi scrivo da Maúa, ma avevo in programma di inviare i miei auguri  da Ile- Muliquela che si trova in Zambesia, nella diocesi di Gurué.

 Questa missione, fondata 75 anni fa, dopo decenni di fioritura, aveva subito le devastazioni per la persecuzione religiosa, la guerra e altri atti vandalici...

Nel giugno 2014, noi Missionarie della Consolata abbiamo accolto la sfida di farla rivivere sia per assistere la comunità cristiana sparsa nei villaggi (un centinaio), sia per riattivare  la pastorale socio-educativa- e l’animazione-formazione dei leader e dei movimenti cristiani.  Un bel programma che tre sorelle coraggiose hanno iniziato partendo non subito dal fare, ma dal conoscere per individuare interventi mirati. E’ accaduto poi che per malattia, sono rimaste in due ed io sono stata inviata a fare provvisoriamente la terza.   Ma... proprio al mio arrivo, il 10 gennaio, è cominciata, per la Zambesia specialmente, una dura Quaresima: piogge, alluvioni, interruzioni di strade e ponti, del commercio, inflazione da borsa nera, isolamento, distruzione delle coltivazioni all’inizio della stagione... 

 

santuario di Nostra Signora di Fatima a Muliquela

 

 Era il 10 gennaio 2015, quando ha avuto inizio quella che chiamo la Nostra Quaresima, dopo quattro giorni e quattro notti di piogge ininterrotte, seguite da tanta tanta altra pioggia che ancora non cessa rendendo impossibile la ripresa. Basti dire che l’energia elettrica é mancata per un mese intero a tutto il Nord del Mozambico. Con la popolazione abbiamo condiviso i disagi, soccorso nel nostro piccolo i casi più sofferti, coma la mamma rimasta paralizzata dal dolore, per la morte dei suoi due bambini, travolti da una valanga d’acqua. Le notizie oltre la missione ci arrivavano con il contagocce, dato che piano piano non ha più funzionato né radio, né internet, ma erano drammatiche. Scarseggiando tutto, anche la salute ne ha risentito e ci siamo ammalate, preda di una forma di malaria cattiva. E si è giunto alla decisione di lasciare temporaneamente la Missione, mentre ancora potevamo farcela senza bisogno di interventi straordinari.

le acque hanno invaso tutto

 

Inondazioni in Alta Zambezia

In quei giorni le notizie su quanto stava avvenendo in Mozambico erano scarse e difficili da trovare. Suor Dalmazia era riuscita a parlarci attraverso rapide telefonate e allertate si  è riuscito ad avere e a diffondere notizie sulla situazione drammatica in tutto il Nord del Mozambico e del Malawi.

Ecco alcuni interventi su giornali o in Internet

"Circa 160 mila sfollati, un numero crescente di vittime, raccolti distrutti, così come centinaia di edifici scolastici. Il Mozambico è in ginocchio per l’alluvione provocata dalle violente piogge che si sono abbattute sul Paese, così come in Malawi, Zimbabwe e Madagascar. I nubifragi hanno provocato l’esondazione del fiume Zambesi e altri corsi d’acqua, come il Licungo, il Cuacua e il Mutuasi. La corrente ha spazzato via i ponti e l’allagamento ha spezzato in due l’unica autostrada che collega le province del Nord al centro del Paese, la Estrada nacional n.1. Ciò rende impossibile portare aiuti via terra alle province più colpite dall’emergenza: la Zambesia e Niassa. Era dal 1971 che nell’ex colonia portoghese non si verificavano piogge di tale entità: l’alluvione riguarda un’area vasta all’incirca come l’Italia. Secondo le previsioni meteo, le piogge dovrebbero cessare entro la metà di febbraio, ma dopo la popolazione dovrà fare i conti con le epidemie provocate dall’acqua stagnante, la fame e i prezzi dei viveri di prima necessità che già stanno salendo alle stelle. Per questo, il governo mozambicano, guidato dal neo eletto presidenteFilipe Jacinto Nyusi, ha proclamato il livello massimo di emergenza

 

Il bilancio delle vittime

Si contano finora almeno 159 morti, ma una stima esatta sarà possibile dopo che le acque dei fiumi si saranno ritirate e sarà possibile recuperare i cadaveri. Pasquale Capizzi, responsabile per gli aiuti umanitari dell’Onu in Mozambico, ha spiegato che «molta gente è annegata nel tentativo di fuggire dalle zone allagate». Nella provincia di Zambesia l’alluvione ha provocato la caduta di dieci piloni della rete elettrica. Per questo, è da circa un mese che gli abitanti e le imprese della zona, banche comprese, sono costretti a fare i conti con black out quotidiani che rendono difficile l’accesso ai bancomat o le comunicazioni via internet e tutto il resto. Le città principali, Cuamba e Lichinga, possono contare sulla produzione di due piccole centrali idroelettriche. Per il resto, si va avanti con i generatori, finché funzionano. Ciò ha provocato proteste contro la società elettrica, la Edm, che ha spiegato di essere al lavoro per riparare il danno. Gli ospedali del centro-nord attendono invece i rifornimenti di medicinali che le Nazioni unite e il governo mozambicano stanno organizzando, attraverso voli in elicottero che, tuttavia, al momento non sono sufficienti per contrastare l’emergenza. Secondo il giornale Noticias, circa 39 mila sfollati sono stati sistemati in trenta strutture di prima emergenza. Infine, migliaia di studenti sia in Mozambico che in Malawi sono costretti a «vacanze forzate»: fra le centinaia di edifici crollati vi sono scuole di ogni grado."

http://4forafricablog.com/tag/mozambico/

Paese isolato

È drammatica la testimonianza dei missionari e dagli operatori umanitari delle Ong italiane che lavorano in Mozambico. «Il paese rischia di essere fisicamente diviso in due: le piogge stanno causando perdite di vite umane, distruzione di case, fattore, strade. La diocesi di Guruè è isolata per il crollo dei ponti sui fiumi Namilate e Molocue» spiega monsignor Francisco Lerma, vescovo missionario della Consolata di Torino. Tra gli isolati c’è anche la missionaria lecchese Suor Dalmazia Colombo, 78 anni, da 50 in Mozambico e oggi nella missione di Ile, insieme a due consorelle. «La gente è terrorizzata, perché le piogge avevano ritardato a venire e quindi la prima semina era andata bruciata. La seconda, invece, se l’è portata via l’acqua. Ora la terza è in pericolo, perché c’è poco tempo per arrivare a maturazione: si teme una grave carestia» spiega la missionaria. «Ieri è venuto da noi un uomo a cercare un lavoro per poter sfamare i suoi figli. Lui stesso per non sentire i morsi della fame si era stretto in vita uno straccio: una tecnica che avevo già visto usare dai guerriglieri durante la guerra civile. Gli abbiamo fatto zappare le erbacce e dato 150 meticais (circa 4 euro), nonché parte della nostra cena. Non ha toccato cibo, ha messo tutto in un sacchetto e ha detto che lo avrebbe dato ai suoi bambini. Spero che il mondo non si dimentichi del Mozambico e che la comunità internazionale ci aiuti».

Giovanna Maria Fagnani

Fonte: Corriere.it

http://mozambiconline.blogspot.it/2015/02/inondazioni-in-mozambico.html

 

Ecco cosa scrive il nostro Vescovo Dom Francisco Lerma:

Chiediamo solidarietà

E 'con profondo dolore che seguiamo tutti gli sfortunati eventi che la gente si trova ad affrontare in questa stagione delle piogge che da metà gennaio sta causando perdite umane, distruzione di case, fattorie, strade di accesso e molti beni materiali.

Ci sono diversi posti di blocco sulla strada principale nazionale 1 tra   Napevo / Mocuba, tra cui il crollo del ponte sul fiume Namilate; e il fiume Mutuasse tra Nampevo / Alta Molocue e nella città stessa Alta Molocue sul fiume Molocue, lasciando il territorio della nostra Diocesi isolata dal resto del paese, sia in direzione di  Quelimane che in direzione di  Nampula. Siamo stati anche senza elettricità e senza comunicazione telefonica.

Speriamo che la situazione migliori,  ma è destinata a peggiorare perché siamo nel periodo delle piogge  fino al mese di marzo. C'è una triste probabilità  che il peggio accada. Quante persone soffrono? Quanti hanno perso i loro beni? E quanti sono morti? Non abbiamo la possibilità di quantificare il danno per la vita e per la proprietà, ma sono tante.

Tutta questa situazione ci preoccupa, così chiediamo la solidarietà di tutti. Invitiamo le piccole comunità, ogni cristiano, ogni parrocchia, la Segreteria Pastorale Diocesana,   ogni uomo di buona volontà,  anche  dall'Estero a fare qualcosa per arginare questa emergenza.  

L'amore di Cristo ci spinge

Il vostro Vescovo + Francisco Lerma

 

Il Vescovo, mons. Francisco Lerma in visita pastorale, prima delle alluvioni

 

l'esondazione del fiume Licungo

Maùa – Ile-Muliquela, sono al massimo 350 km di macchina. Per tornare invece ne ho dovuto percorre certamente più di 1.500, impiegando quasi cinque giorni. 
Per uscire dalla missione ci vennero in soccorso tre giovani motociclisti, ognuno con una moto di 49 di cilindrata e in sella abbiamo percorso una decina di chilometri. Abbiamo poi attraversato su una zattera rudimentale, ma sicura, il fiume Mutuasi che da fiumiciattolo era divenuto immenso. Pernottato ad Ile città dalle suore di Gesú Maria e Giuseppe, abbiamo aspettando con ansia il fuoristrada guidato da un sacerdote (90 chilometri di asfalto, diventati una giornata di viaggio, attraverso strade montane impossibili).  Alle 21, stanco, ma felice di avercela fatta, ci raggiunge e si programma la partenza per Nampula. Alle sei del mattino di sabato, siamo già in macchina e verso le 13 arriviamo a Nampula, rallegrandoci di incrociare mezzi anche pesanti. Significa che  il ponte sul Licungu a Mocuba é stato ripristinato, dopo quaranta e più giorni di lavori 24 ore su 24, piogge permettendo. Alle 7 di domenica ero in aeroporto per raggiungere LICHINGA (700 chilometri via terra, 50 minuti di aereo) veramente speravo di andare a Cuamba in treno. Impossibile ferrovia inagibile.  A Lichinga, mi dicono che l’indomani ci sarà un mezzo per superare i 350   chilometri e raggiungere casa.  Sperando di avere un giorno di tempo, cerco chi potrebbe tentare di rimettermi in vita il computer. Un giovane volontario se ne fa carico. Sistema un migliaia di virus e di errori che vi trova, installa un nuovo anti virus. Alle 20 di sera ho fra le mani il computer rimesso a nuovo. Al martedì, con sei ore di viaggio raggiungo Maúa, dove mi trovo ora.

sui volti stanchezza e dolore

Qui le piogge non sono state devastanti per le strade, ma lo sono per i temporali e fulmini. Trovo le sorelle scosse: due giorni prima c'era stata la terza vittima, una ragazza delle medie  folgorata da un fulmine! Anche la radio comunitaria è rimasta fulminata e le coltivazioni cominciano a ingiallire, perché piove troppo....

In queste tribolazioni ammiro il popolo che riesce a soffrire con speranza, speranza di fede che Dio non l’abbandonerà, e che ci sarà una Pasqua anche quest’anno.

Carissimi, in questo momento il mio cuore, unito a quello dalla mia gente, ringrazia per i segnali pasquali che la vostra vicinanza  e gli aiuti in preghiera e rinnovazione delle adozioni ed altre forme mi avete inviato. Sì, la Pasqua é vicina e speriamo sia una LUNGA Pasqua, molto più lunga della doppia Quaresima. 


Buona Pasqua 2015,

Il Signore è Risorto ed è al nostro fianco.

Con affetto e gratitudine

Sr Dalmazia

P.S. Le altre due suore sono andate a Maputo. Ora stiamo tutte meglio e ci siamo date appuntamento a dopo Pasqua, sperando che le strade siano per allora percorribili.

 

la forza della piena

suor Dalmazia e il vescovo mons. Lerma l'anno scorso a Milano!

 

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