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SPIGOLATURE n. 5

Luglio –Agosto 2011


La Comunità di Maputo


Oggi vorrei presentare la Comunità della Missionarie della Consolata alla quale appartengo, gioiosamente da sei mesi,  e di cui ora sono la Superiora.  Siamo 11 suore in età compresa fra i 28 e gli 87 anni, appartenenti a tre Continenti e cinque Paesi.

· La decana è suor Maria Pia Tambosi: decana per la bellissima età di 87 anni, ma anche di permanenza in Mozambico dove arrivò dal Brasile, sua terra di origine nel 1957!

· In ordine di età, segue suor Pierangela Pullacini, arrivata in missione nel 1989 dopo aver lavorato in Italia in attesa del giorno felice di poter partire.

· Suor Judite Chiste, é brasiliana, in Mozambico dal1972, la terza in ordine di età, ma sembra molto più giovane.

· Ed ora ci sono io, suor Dalmazia Colombo, con i miei 75 anni, dei quali più di metà trascorsi in Mozambico, nonostante i 10 anni di “esilio” in Italia, il Paese dove sono nata.

· Seguendo l’ordine di età arriviamo a suor Lúcia Almeida, portoghese, missionaria in Mozambico dal 1969.

· Ed eccoci ad un’altra italiana, suor Rita Assunta Tessaro, arrivata da queste parti, qualche mese dopo suor Lúcia, l’ultima a toccare i 70 anni essendo nata nel 1939.

· Suor Anacleide Franzoi, è, da parte di mamma, nipote di suor Maria Pia, perciò brasiliana, che dopo aver lavorato nelle missioni brasiliane, nel 2005 “ha raggiunto la zia”, che allora si trovava a Nampula e non qui a Maputo!

· Arriviamo ora a suor Odonia Nunes, in Mozambico dal1984, nata nell’Amazzonia brasiliana nel primo dopo guerra della Seconda Guerra Mondiale.

· Dalla stessa regione proviene suor Janete Paiva che ha raggiunto la “compaesana”, nel 1987 e con lei si chiude la fascia delle sessantenni.

· Suor Nicoletta Kiario Marete è la nostra superiora del Mozambico, nata in Kenya nel 1956, l’unica a far onore alle cinquantenni.

· Suor Olimpia Sousa Zunguze, è la ventottenne, mozambicana doc, nata a Massinga nella provincia di Inhambane, Missionaria della Consolata dal 2009, studente in attesa di “partire” per le missioni!

Cosa facciamo o abbiamo fatto in tanti anni di Mozambico? Troppo lungo da raccontare. Forse si farebbe più in fretta a dire cosa “non abbiamo fatto”, ma anche questo non è facile dire. Una cosa è certa: tutte siamo venute in Missione per amore e per amore qui restiamo, semplicemente.

foto di famiglia



suor Dalmazia e le sue consorelle




 

suor Pierangela 86 anni

sr Anacleide cucina asilo

Akumana sr Janet, mamma volontaria e bimbi

suor Judite con i frutti dell'orto a Matola

un sorriso che illumina

Festa della Comunità della Consolata

di Bairro Polana Caniço B



Tra le cose “fatte” dalle Missionarie della Consolata a Maputo, c’è stata la formazione delle comunità cristiane nei quartieri periferici. La prediletta è dedicata alla Consolata,che sorge nel Bairro Polana Caniço B situato sulla costa dell’Oceano Indiano,soggetto ad alluvioni o perché piove molto o perché il mare si “alza” troppo.

Avevo visto nascere questa comunità negli anni Ottanta, e qui, con l’aiuto degli amici, tante cose belle sono state fatte (e si fanno): la chiesa, la scuola, l’asilo, l’aiuto alle famiglie...Ho rivisto La Consolata del Polana, sprofondata nella sabbia nell’alluvione del 2000, e con lei tutte le case baracche fatte di canna. Non dimenticherò mai quella desolazione. Camminare tra i “tetti” anziché tra le soglie delle case, è qualcosa di incredibile.

Ed ora, dopo 11 anni ho celebrato con la Comunità la Festa della Consolata. È stata una giornata bellissima, una vera festa della comunità. A me è toccato raccontare la storia della devozione alla Consolata, il nostro essere Missionarie della Consolata... e le origini della loro “Consolata”.

Ad ascoltarmi una chiesa piena, bambini e giovani a centinaia, e davanti all’altare una coppia che in quel giorno riceveva i sacramenti del Battesimo, del Matrimonio e della Eucaristia. Era una coppia non giovane che ha trovato Cristo, attraverso la “Consolata del Polana Caniço”! La sposa, ligia alla tradizione era molto “raccolta” anche se sul suo viso traspariva quella gioia indicibile che sempre appare al momento del Battesimo e della Comunione.

Non mi aspettavo perciò nessuna esplosione di gioia, e sono rimasta interdetta, quando, prima della benedizione, sono stati tolti gli inginocchiatoi degli sposi. Pensavo che fosse per dar spazio alle danzatrici che si preparavano alla danza di ringraziamento della Comunione, invece era per permettere alla coppia di “danzare” la loro felicità.

Il pranzo per tutti era annunciato all'una, si è iniziato però alle 15, e c'è stato cibo per tutti e abbondante: sposi, invitati, cristiani e non cristiani, il tutto preparato dai fedeli, portato da casa dalle famiglie. Non è mancata né la torta, né lo spumante, né riso, polenta, carne e pesce e Coca Cola.

Ad un certo punto, dimenticando la mia giovane età, “immersa “ com’ero in quel mare di ragazzini e ragazzine, ho cominciato a giocare, a fare il giro tondo e... ginnastica per poter stare ferma e “tirare il fiato”. Ci siamo divertiti un mondo.


Giro giro tondo...

torta fatta dalla comunità Consolata

 

 

 

 

immagini dell'alluvione del 2000 (dal sito di S. Egidio)

 

 

 

 

oggi sposi

un momento della cerimonia

 

felici al taglio della torta

 

Incontri...

Avevo pensato di non più raccontare dei miei incontri, ma sarà per la prossima “spigolatura”!!!
Siamo in estate, tempo di vacanze e volontari, amici delle missioni, rappresentanti di progetti o del sostegno a distanza, parroci e persino vescovi vengono a “vedere”, a dare una mano, ad immergersi in quel mondo che portano nel cuore.

1. Amici italiani. Quest’anno, in modo particolare, chi è venuto in Mozambico, ha “sofferto” il freddo. Certo, non da “sottozero”, ma con sette di minima e 15 di massima, senza riscaldamento, e con vestiti “per andare in Africa dove fa tanto caldo”, come ho pensato anch’io, tornando in missione, di freddo se ne soffre. E devo dire grazie ad Antonella di “Spazio Aperto onlus”, e Paola di Soleonlus, che hanno condiviso con me i loro maglioni. Grazie di cuore. Ma a parte il freddo è stata una gioia incredibile per tanti amici che incontravo in Italia, trovarci qui in Mozambico e sentirmi dire che “sono ringiovanita”. Se lo sia sul viso, dubito, ma dentro il cuore sì e tanto.

2. Carissimi, mi sembra proprio che vi avevo parlato di Anna e i suoi tre bimbi, due gemelle di tre anni e un in braccio, che, per la morte del capofamiglia, non potendo più pagare l’affitto erano rimaste instrada. Le avevo indirizzate alla Akumana, il centro di accoglimento che si prende cura di questi casi, diretto dalla nostra sorella suor Janete  Paiva. La particolarità di questo Centro é di sollevare nell’emergenza, prendersi cura del gruppo familiare - specialmente quanto è “sulle spalle” di una mamma o di una nonna –, trovarle casa, lavoro, e formazione scolastica o professionale secondo i casi. Anna ha aderito alla sfida, ha di nuovo una casa, i bambini stanno bene (una gemella è stata molto malata), frequenta il centro come Mamma che aiuta nella gestione, mentre i piccoli frequentano l’asilo interno... Ho incontrato la famigliola... e quasi non credevo ai miei occhi.

3. Ai primi di agosto, una consorella mi portò i saluti di Frate Zaverio, francescano, esprimendo il desiderio di vedere la sua ex. Insegnante: lui non poteva venire a trovarmi perché gli era stata amputata da poco una gamba. Lo incontrai in chiesa. Sul momento mi sembrò indeciso nel riconoscermi, poi aggiunse:” Mi aspettavo di vedere una suora anziana ed invece... .”. Ed io: “Tu piuttosto, cosa ti è successo?”. Celebrato la Prima Messa nel 2000, fu inviato in una missione dell’interno. più tardi scoprirono il diabete che mal curato...Incredibile, doloroso, vero. Anche la vista ha problemi. Ora il male di fondo è controllato; sta preparandosi per la protesi; ha tanta nostalgia di Inhambane, dove era in Missione. Lui è nato Machava – Maputo ed ha conosciuto tanti Missionari e Missionarie della Consolata. L'ho rivisto e mi sono aggiornata sui“ragazzi” del suo tempo!!

4. C’era una suora che volevo ritrovare. Ir. Isabel della Presentazione di Maria. Ma in quell’Istituto, di Isabel, ce n’è diverse: quale volevo? Bella domanda, sapevo solo dire: era qui, era là...dieci, no venti anni fa... Niente da fare. Parlavo sempre con suore troppo giovani per sapere la “storia” . Dire che ci eravamo incontrate, nel 2001 all’aeroporto di Fiumicino! (Riconoscendoci, trasognate per paura di sbagliarci, c’eravamo abbracciate...ridendo, ridendo di gioia,incuranti di chi ci guardava come due extraterrestri). Finalmente una di loro mi viene incontro, mi saluta con effusione: era postulante quando, ir. Isabel era la loro assistente ed io avevo insegnato un po’ di taglio e cucito. Domenica scorsa, durante la Messa, al momento della pace, l’incontro: quanta gioia. Aveva ricevuto i miei saluti, ora sapeva dove abito, ci rivedremo. Suor Isabel è una delle prime suore mozambicane entrate in un istituto internazionale di origine francese: una cara sorella. E la prova l’ho avuta all’uscita di chiesa: a decine le persone che la volevano salutare, felici di rivederla per raccontare alla piccola suora gioie e dolori.

Oggi, 27 agosto è il compleanno di mamma Giuditta, festa di santa Monica, mamma di sant’Agostino che, come noi, deve molto alla “mamma”. Dal Cielo ci benedici continua a voler tanto bene a noi e a quanti ci vogliono bene.

Un saluto affettuoso
                                                                                  Suor Dalmazia

 

 

Mamma Anna nella casetta con i suoi bimbi

 

bambini Akumana

 

bambini dell'Asilo Polana si preparano alla siesta

 

mamme in ascolto

 

 

 

 

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